Il Pd arruola i comitati e prepara la claque per contestare il sindaco

Torna in aula dopo centottantotto giorni, e per la terza volta da inizio anno. Il 16 aprile, più di sei mesi fa, il tema era stato l’Expo. Il 16 febbraio lanciò invece un appello per difendere gli scali di Linate e Malpensa, abbandonati da Alitalia. Oggi il sindaco Letizia Moratti rivolge in consiglio comunale un vero e proprio discorso alla città: un giro di boa, per ricordare quanto la sua giunta ha realizzato dal 2006 ad oggi e per anticipare gli obiettivi di fine mandato. Dirà che intende finire il lavoro cominciato quasi tre anni fa lasciando una Milano «più verde» (con 500mila alberi e trenta chilometri di nuove piste ciclabili) «più sicura» ma anche accogliente, «con un ampio respiro internazionale», grazie soprattutto all’occasione Expo e pronta a difendere le proprie eccellenze e attenta alla semplificazione dei servizi ai cittadini. E poiché per lavorare sui grandi progetti cinque anni non sono abbastanza, anche se non lo dirà esplicitamente, il discorso suonerà come una ricandidatura.
Cifre e filosofia delle scelte compiute dal 2006 ad oggi sono racchiuse del resto anche nell’opuscolo di quattordici pagine che a giorni comincerà ad arrivare nella case dei milanesi. «La nostra Milano», titolo tradotto in dialetto (El nost Milan) e in inglese, con una lettera di due pagine scritta dal sindaco e a seguire fotografie e numeri dei risultati già raggiunti in ogni macro-settore, dalla sicurezza alla mobilità, dall’ambiente alle iniziative per i bambini e gli anziani.
Ma la Moratti, che in aula ha parlato dall’inizio del mandato undici volte nel 2006, diciotto nel 2007 e sei l’anno scorso, dovrà fare i conti anche con una platea di cittadini arrabbiati. Una parte l’aspetterà al varco alle 16, in consiglio, seduta ai banchi del pubblico. La più consistente protesterà in piazza dalle 17, unendosi alla manifestazione (l’ennesima) degli studenti esclusi dalle Scuole Civiche. Ci ha pensato l’opposizione, nei giorni scorsi, a radunare una fronda anti-Moratti. Nonostante sia pronta a rispondere anche a una parte di quelle cento domande che il Pd le ha rivolto poco più di un mese fa con un’interrogazione depositata in consiglio. Il tam tam correva su internet («mercoledì alle 17 tutti in piazza Scala a manifestare, mentre la Moratti farà propaganda in consiglio comunale. Sarà sì e no la quarta volta che ci mette piede in tre anni», scriveva nei giorni scorsi il verde Maurizio Baruffi su Facebook) e attraverso le mailing list inviate ai propri supporter. «Carissimi - incitava il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino - l’occasione è utile per fare chiarezza e non rimanere zitti e buoni. Chi volesse può partecipare tra il pubblico alla seduta (è pubblica ma i posti sono pochi) o prendere parte alla manifestazione in difesa delle scuole civiche in programma in piazza Scala proprio nei minuti in cui il sindaco prende la parola». E chissà che non tentino di interrompere il discorso come avvenne durante la performance teatrale della Moratti al teatro Dal Verme, qualche settimana fa. Carlo Montalbetti, capogruppo della Lista Ferrante e portavoce del coordinamento dei comitati milanesi, anticipa che «certamente parteciperanno alla seduta, per prendere atto del bilancio del sindaco soprattutto su quelle problematiche che hanno sollevato in questi anni, dalla sicurezza alla movida selvaggia».


Il capogruppo del Pdl Giulio Gallera critica la mobilitazione del centrosinistra, «che continua a confermare la propria identità di partito “contro“, e a quanto pare non riesce proprio ad essere rappresentativa, ma ha bisogno di raccogliere una variegata umanità di comitati “anti-tutto“».

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