Tre mesi di convivenza al governo della Regione e tra Pdl e Lega è muro contro muro. Dopo le tensioni sotterranee in giunta soprattutto su questioni di servizi sociali e riorganizzazione della macchina amministrativa, il casus belli è ora la nomina dell'ex deputato Giancarlo Abelli alla guida dell'Ersaf, l'ente regionale che si occupa di agricoltura e foreste. Un nome indicato dall'ala più formigoniana del partito, ma a cui il governatore Roberto Maroni ha sbarrato la strada.
Ieri la convocazione dei consiglieri pdl in Regione e la decisione di chiedere alla Lega una «verifica di maggioranza» per capire se l'alleanza di centrodestra possa reggere a questi scossoni. Soprattutto dopo che domenica era stato proprio Maroni a difendere la propria scelta di bloccare Abelli dicendo che «se qualcuno pensa di mettersi di mezzo per altri scopi, per giochi di potere, per interessi o affari, un minuto dopo si va tutti a casa». Un attacco duro che ha risvegliato l'orgoglio dei pidiellini. «Maroni - gli ha risposto ieri il consigliere Stefano Carugo - - si ricordi bene che in Lombardia il partito di maggioranza relativa è sempre il Pdl. E che o si governa alla pari, oppure vada pure a casa. Se ne ha il coraggio». Molto articolato il comunicato ufficiale del Pdl stilato al termine dell'incontro, perché il rischio sottolineato ieri in più interventi è che tutto questo venga percepito come il solito gioco per spartirsi le poltrone. «E invece - spiega un colonnello del Pdl - il nostro problema non è Abelli, ma una questione di metodo perché Maroni non ha ancora convocato una riunione di maggioranza sui contenuti». Di qui la decisione di chiedergli un incontro, magari prima di giovedì, il giorno scelto da Maroni per presentare il bilancio dei primi cento giorni.
Sul fronte nomine sembra finita la corsa di Abelli all'Ersaf, perché anche l'area ciellina non è disposta alle barricate. «Comunque - attacca un consigliere - questa logica della deformigonizzazione non è più tollerabile». A chiedergli un passo indietro sarà il partito, ma Abelli non ha ancora ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi. Al suo posto circola il nome dell'architetto Fabio Saldini, ma per lui potrebbe essere più probabile un'indicazione per Navigli lombardi.
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