Per ora è solo un piano di lavoro disegnato negli incontri riservati organizzati in questi giorni tra i colonnelli che puntano a far convivere le diverse anime di un Pdl ormai in procinto di ritornare negli antichi panni di Forza Italia, ma i collaboratori più stretti del coordinatore regionale Mario Mantovani assicurano che in vista non c'è alcun cambio nell'organigramma del partito. Poco più di un'ipotesi, secondo loro, la possibilità che a prendere il suo posto possa essere un uomo di sua fiducia come Luca Squeri, il neo deputato già assessore in Provincia nella giunta Podestà. Suo vice potrebbe essere il ciellino Luca Del Gobbo, l'ex sindaco di Magenta che garantirebbe l'ala formigoniana. La novità potrebbe essere l'abolizione di tutti i coordinamenti provinciali, sostituiti da solo tre macro aree a ricalcare i collegi elettorali. Alla guida di «Lombardia 1» il consigliere Alessandro Colucci a rappresentare gli ex socialisti e su cui troverebbero un accordo l'anima ciellina e quella laica. Da notare che qui verrebbe assorbita anche l'area di Monza e della Brianza, con qualche protesta dei colonnelli locali. «Lombardia 2», invece, finirebbe nelle mani esperte della vice capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini. Da registrare in questo caso i mugugni dei bergamaschi che si troverebbero a essere comandati dai bresciani e la probabile contrarietà del coordinatore provinciale Angelo Capelli.
«Lombardia 3», invece, potrebbe toccare al co-capogruppo del Pdl in consiglio regionale Claudio Pedrazzini, un altro uomo vicino a Mantovani. Una mappa che se confermata sembra mettere un po' da parte un uomo forte del partito come l'ex ministro Paolo Romani. E che dunque potrebbe aver bisogno di qualche «aggiustamento».Pdl, si tratta sui nomi per i vertici in Lombardia
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