Tornante numero uno sulla salita di Selvino, una classica della Valseriana ma anche del Giro e del Lombardia. Alberto Contador scatta come se non avesse mai smesso di correre, poi rallenta, si ferma e si toglie il casco per salutare Felice Gimondi. E' un attimo. Ma serve a ricordare, se ce ne fosse bisogno, che il ciclismo onora i suoi eroi. Da campione a campione, da vincitore di Tour e Giro a vincitore di Tour e Giro aspettando il Lombardia che si corre oggi e che nella sua 113ma edizione da Bergamo a Como dedicherà la maglia del vincitore proprio al campione di Sedrina, scomparso ad agosto. Due giorni aspettando la classica delle foglie morte che chiude la stagione. Due giorni che a Bergamo sono cominciati l'altro ieri con la grande festa per inaugurare il quartier generale di Trek Italia e che ha visto il campione del mondo Mads Pedersen tenerlo a battesimo: «So che quando ho vinto vi ho dato un dispiacere- ha detto il danese- ma ora ho una maglia e una bici più belle. La prossima stagione? Adesso è tempo di riposare e stare in famiglia ma vorrei essere protagonista alle classiche».
Oltre a Pedersen e a Contador presenti anche Ivan Basso, la due volte campionessa olimpionica di mountainbike Paola Pezzo, Letizia Paternoster in partenza per gli Europei su pista, il campione di triathlon Giulio Molinari e tutta la selezione della Trek-Segafredo che oggi prenderà parte a Lombardia con Giulio Ciccone, Bauke Mollema, Gianluca Brambilla, Julien Bernard, Niklas Egg, Michael Gogl, Peter Stetina guidati dal team manager Luca Guercilena. A far gli onori di casa l'amministratore delegato di Trek Italia Davide Brambilla che ha donato a Pedersen una bici con i colori dell'iride ricevendo in cambio la maglia di campione del mondo autografata: «Abbiamo voluto regalarci una sede che ci rispecchi e che è segno di come si sia evoluto il mondo della bici in questi ultimi anni- ha spiegato- Dal 1976, quando quest'azienda è nata a Waterloo nel Wisconsin, di strada ne abbiamo fatta. Il nostro obiettivo però è far sì che sempre più persone usino le due ruote quindi dobbiamo ancora pedalare...». Detto fatto. Ovviamente nella scia di Contador che ieri mattina ha guidato il gruppo sulle rampe del Selvino in un test delle nuove bici americane: «Pedalo spesso in Italia e molto volentieri- ha detto il campione spagnolo- É un Paese con una storia ciclistica fantastica anche se qualcosa in più sulla sicurezza andrebbe fatto». Poi ovviamente il pensiero va al Giro di Lombardia che stamattina parte proprio da Bergamo e che vedrà sulla salita del Ghisallo, la prima vera grande scalata della giornata per poi arrampicarsi sul Muro di Sormano, uno strappo di 2 km il cui picco massimo di pendenza si avvicina al 30%. Le ultime due salite decisive saranno come sempre il Civiglio e il San Fermo della Battaglia a poca distanza l'una dall'altra e poco prima del traguardo.
Lì si deciderà tutto: «É una corsa difficile e bellissima che a me me sfuggita perchè sono sempre stato concentrato sui grandi giri- spiega Contador- Chi sono i favoriti? Diffcile dirlo ma credo che si possa puntare su Egan Bernal, Primoz Roglic e ovviamente su Vincenzo Nibali».
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