Cronaca locale

"Pensiamo a un piano B per il 25 Aprile"

Il presidente provinciale Anpi: corteo ancora confermato ma ci attrezziamo

"Pensiamo a un piano B per il 25 Aprile"

Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi. Per l'emergenza Coronavirus sono state annullate ieri tutte le cerimonie pubbliche per il 159esimo anniversario dell'Unità d'Italia. Sembra un azzardo immaginare oggi il corteo del 25 aprile. Cosa ne pensa?

«Al momento la manifestazione nazionale dell'Anpi è confermata, poi data ovviamente la situazione di emergenza sanitaria ci atterremo scrupolosamente alle disposizioni che riterranno di assumere il prefetto, le autorità nazionali e il sindaco. Si naviga a vista».

State pensando a un «piano b» per celebrare la Liberazione senza le migliaia di persone in piazza?

«Stiamo ragionando sulle modalità alternative per non lasciar passare comunque in second'ordine la ricorrenza, qualche immagine o intervento che lasci il segno sui social, in tv, la posa di una corona con il sindaco».

Parlando del virus si ripete spesso che è «una guerra».

«Non ricordo di aver mai vissuto un momento così particolare, credo non si ci sia mai stato. Questa volta il nemico è invisibile, ma ne usciremo con forza».

Come sta reagendo la città?

«Se vogliamo cogliere almeno un dato positivo della situazione, una tragedia visto che parliamo di molte vittime dell'epidemia, credo che in questo momento di emergenza gravissima i milanesi stiano riscoprendo valori che in tempi normali sono offuscati dalla frenesia: lo stare insieme in famiglia, riflettere, un senso di solidarietà forte. Liliana Segre dice spesso che l'indifferenza, la mancanza di solidarietà è peggiore della violenza stessa, perchè significa vedere e voltare le spalle al prossimo. Nella società convulsa ci si dimentica che la salute e la solidarietà vengono prima di tutto».

Milano dovrà affrontare un'altra «ricostruzione», cosa può imparare dal passato?

«Milano ha saputo reagire nel secondo dopoguerra, si è rialzata da momenti drammatici come gli anni della strategia della tensione e delle Brigate Rosse quando, io lo ricordo ancora bene, ogni mattina la radio riferiva di una nuova gambizzazione o uccisione. Questo ci induce a non abbandonare la speranza e ci fa intravedere che anche oggi possiamo farcela, e ce la faremo».

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