Alla Scala non è ancora stato stabilito se il sovrintendente Alexander Pereira rimarrà alla guida del teatro dopo il 2020. Non si sa se verrà prolungato il contratto, che appunto scade l'anno prossimo, e se, nell'ipotesi venisse riconfermato, il manager verrà affiancato da un successore. La decisione slitta di Cda in Cda, l'ultimo ieri. Nel frattempo, la Egon Zehnder, specializzata nella selezione di manager, ha proposto una lista di candidati al soglio scaligero.
«Sul futuro sovrintendente hanno relazionato i consiglieri Bazoli, Micheli e Meomartini. Hanno chiesto altro tempo perché la rosa dei nomi è troppo ampia, va ridotta a 3 o 4 candidati», spiega Giuseppe Sala, presidente del Cda.
Secondo Micheli, «il processo è ancora abbastanza lungo. Anche la questione dell'eventuale prolungamento del contratto verrà affrontata in apposito Cda». Le agende dei teatri si predispongo con anticipo: se vuoi il gran nome, lo devi prenotare. Anche i munifici sponsor, che alla Scala coprono quasi il 30% del bilancio, vogliono vedere oltre l'oggi. Per questo, alla Scala, la programmazione va avanti. Fino al 2021 le stagioni sono già approntate: da Pereira ovviamente. I rinvii dimostrano posizioni divergenti nel Consiglio, ma potrebbero rivelarsi provvidenziali per il sovrintendente: più corrono i mesi, e più i cartelloni prendono forma. A questo punto, chi oserebbe disarcionare Pereira? E quale sovrintendente di peso vorrebbe subentrargli se i giochi sono già fatti? Così come si allarga la costellazione degli Amici della Scala d'Oltralpe: gli amici che oltre al sorriso latino, erogano dollari, euro, rubli e franchi. A proposito, il sindaco Giuseppe Sala ha parlato di «un rapporto consolidato con un gruppo svizzero». In queste operazioni, Pereira è imbattibile. E quando i conti sono a posto, il caso di quelli scaligeri, si va oltre le scelte artistiche non condivise oppure infelici. Con buona pace di chi vorrebbe la testa del manager austriaco.
La figura del sovrintendente è strettamente connessa a quella del direttore musicale, dunque Riccardo Chailly che ha un contratto con la Scala fino al 2022. Proprio in questi giorni s'è visto prolungare fino al 2023 quello con l'Orchestra del Festival di Lucerna, così come per il prossimo triennio sono delineati gli impegni all'estero con la Filarmonica. Confermato Macbeth fra due anni, e Tosca il prossimo 7 dicembre.
Continuerà la linea dei compositori italiani, in particolare Verdi e Puccini. Dopo il successo di Attila, «spettacolo che ha funzionato bene e sempre in crescendo», si attende la sua Manon Lescaut nella versione originale del 1893 e la terna di concerti di Mahler.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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