Parlando di acque, il governo ha travasato i soldi da un fondo all'altro. Ha garantito ai milanesi una goccia dei risarcimenti chiesti per le alluvioni dello scorso luglio (5 milioni sui 93 richiesti con lo stato di emergenza) ma ha confermato ieri 86,7 milioni di euro per mettere in sicurezza il Seveso. Quasi la stessa cifra. Ma meglio guardare il bicchiere mezzo pieno. Può partire il progetto da 110 milioni per realizzare le prime due vasche di laminazione anti-esondazione a cui partecipano la Regione (ha già stanziato 10 milioni) e il Comune di Milano (20 milioni). Gli assessori regionale Viviana Beccalossi e Simona Bordonali dopo il vertice ieri a Roma con il sottosegretario Graziano Delrio, il ministro all'Ambiente Gianluca Galletti, il capo del progetto Italiasicura contro il dissesto idrogeologico Erasmo D'Angelis, il vicesindaco Lucia De Cesaris, l'assessore comunale all'Ambiente Pierfrancesco Maran e altri rappresentanti della città metropolitana oltre che degli altri Comuni italiani, vogliono prendere per buona la «disponibilità del governo» a stanziare i fondi, «con tempistiche ancora da definire». Una puntualizzazione non casuale. «Speriamo sia davvero la volta buona per passare dalle promesse ai fatti concreti - hanno aggiunto -: solo con le parole, Milano continuerà ad andare sott'acqua». La Regione ha chiesto anche 18 milioni per la messa in sicurezza del fiume Lambro che durante i nubifragi della scorsa settimana ha allagato zona Forlanini e Mecenate: il Pirellone invierà il progetto già pronto al governo entro il 4 dicembre, quando è già convocata una riunione per stabilire le priorità. Ma la Regione rimarca che per tagliare di netto la burocrazia e velocizzare i cantieri serve che lo Stato conferisca non solo a parole, ma nei fatti, «i poteri straordinari al governatore Roberto Maroni». Se le opere a Senago potranno partire il prossimo giugno è perché le pratiche sono partite da tempo, ma solo i tempi burocratici stanno portando via 28 mesi ai lavori. Il progetto Seveso si compone in realtà di 10 interventi - i primi già avviati, l'ultimo è previsto per dicembre 2016 - per un valore complessivo di 145,3 milioni. Da una parte c'è il cantiere per le famose cinque vasche di laminazione (partirà a Senago a giugno) dall'altra gli investimenti per opere di depurazione del Seveso (l'assorbimento del depuratore di Varedo a quello di Limbiate entro settembre 2015 ridurrà del 20% gli scarichi e la qualità delle acque) e per il completamento della rete fognaria di Cinisello, Paderno, Meda e altri comuni dell'area. Il governo ha garantito ai Comuni la copertura dei costi di progettazione per le opere, che per l'80% del valore saranno svincolate dal Patto di stabilità.
Senago nonostante le proteste dovrà «incassare» le vasche ma guadagnerà opere per i cittadini: 1,2 milioni sono dedicati a interventi paesaggistici, come 25mila metri quadri di boschi, e 2,5 chilometri di nuovi percorsi pedonali attrezzati.E dopo gli ultimi disastri, il leghista Luca Lepore ha chiesto invece una revisione del contratto di servizio tra Comune e Amsa: «La pulizia dei pozzetti stradali va fatta almeno ogni 6 mesi, oggi ogni 2 anni».
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