(...) a 60 anni è riuscito a trovare un lavoro come impiegato in una grande azienda, «grazie alla Chiesa» dice. Durante il decennio difficile non è rimasto inattivo e ha prestato servizio come responsabile della mensa dei Cappuccini in piazza Velasquez. È lì che ha iniziato a conoscere la speciale avventura di andare incontro alla solitudine. «Avendo una madre di 92 anni mi alleno tutti i giorni. Con i miei fratelli facciamo ferie a rotazione per non abbandonarla, ma ci sono figli che riempiono il frigorifero a genitore e ritornano dopo venti giorni, quando a 90 anni l'unico dono che aspetta un uomo solo è che una persona bussi alla sua porta. Quest'anno rivedo un signore conosciuto tre anni fa. Ho sempre mantenuto i contatti, ma ora lo servirò tutti i giorni». Il servizio consiste nel portare il pranzo del mezzogiorno e fare la spesa, a seconda delle necessità. Il volontario attende sotto la casa dell'anziano il pasto portato dall'azienda di ristorazione del Comune di Milano. «Vado dal mio vecchietto, gli scarto il pranzo, sto con lui mentre mangia e anche di più. Ci scambiamo notizie sui nostri acciacchi, ma anche opinioni su notizie vere, visto che gli anziani tengono la tv sempre accesa». È il sesto anno che Fulvio Pietrobon impacchetta il suo tempo e lo regala. Ieri aveva una riunione nella sede della Caritas per trovarsi con gli altri 57, tra cui giovani che per la prima volta provano questa esperienza. Di anno in anno il numero dei volontari si intensifica.
«Quando ho iniziato eravamo in tre, ora siamo arrivati a quasi sessanta. Questo è positivo, perché permette a ognuno di noi di seguire una persona sola, quindi puoi approfondire il rapporto, schiudere quel senso di amicizia, che in estate è la più bella vacanza che ci sia».Elena Gaiardoni
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