Un piano "anti panico": San Siro è in salute, ma chiude sei settori

Dopo le vibrazioni anomale del 7 aprile taglio di 2.350 posti per tutto il campionato

Un piano "anti panico": San Siro è in salute, ma chiude sei settori

Lo stadio di San Siro gode «di ottima salute». Se Milan e Inter (con la benedizione del Comune) lo abbatteranno per costruire un impianto di nuova generazione sull'area parcheggio di fianco non sarà colpa delle vibrazioni «anomale» al terzo anello che lo scorso 7 aprile, durante Inter-Atalanta, scatenarono un effetto psicosi. Durante la stagione dei concerti estivi la commissione tecnica composta dai professor Calvi, Bozzi e Cigada, considerati tra i massimi esperti del settore, ha eseguito rilievi straordinari e la relazione finale, come ha riferito ieri il direttore dei Servizi civici, Partecipate e Sport Andrea Zuccotti ai consiglieri in sopralluogo a San Siro «dichiara senza ombra di dubbio che lo stadio è in ottimo stato di conservazione, in particolare il terzo anello. E anche dopo le anomalie la struttura non è risultata modificata, non ci sono state torsioni, l'impianto non ha problemi di sicurezza e lo dicono tre professionisti esperti». Ma Comune e club non sottovalutano la variabile panico.

Per evitare che si verifichino altri casi di agitazione tra il pubblico (e polemiche) per tutto la stagione di Campionato 2019/2020 saranno chiusi sei settori: il 349, 351 e 352 del terzo anello verde e il 307, 309 e 310 del terzo anello blu. Si tratta «di una misura precauzionale, non dettata da questioni legate alla sicurezza strutturale dell'impianto - ribadiscono Zuccotti e il tecnico di Mi-Stadio, la società di Milan e Inter che gestisce in concessione il Meazza - ma per evitare eventuali reazioni di panico tra il pubblico presente dovute alle oscillazioni». Già dopo quell'episodio durante le ultime partite dello scorso Campionato erano stati inibiti circa 3.700 posti a sedere, ora si scende a 2.350 distribuiti tra i 6 settori. Il Meazza viene monitorato in maniera precisa dal Politecnico già dal 2003, vengono rilevati dati sui calcestruzzi ed eventuali scosse anomale, come il movimento ondulatorio verticale superiore a quello registrato negli ultimi 15 anni in quel famoso 7 aprile, ma «è stata la coincidenza sfortunata di più fattori, numero e movimento coordinato degli spettatori» riferisce Zuccotti precisando che «è normale che una struttura così complessa si muova, e deve farlo».

Per smorzare l'effetto ci sono due misure: quella assunta ora, il taglio di posti in settori specifici del terzo anello che stanno a metà tra due colonne portanti, e una strutturale, l'installazione di cubi di acciaio a che compensano e annullano l'effetto vibratorio. «É un intervento rilevante dal punto di vista economico, c'è una stima in corso» e se Milan e Inter col Comune decideranno di procedere dovranno attendere la prossima estate. Non sono state rilevate anomalie durante i concerti: il Politecnico aveva esaminato preventivamente anche i brani in scaletta e le frequenze, ma non ha richiesto modifiche. I 2.350 posti in meno peseranno sugli incassi nelle partite clou ma «il più delle volte il terzo anello resta chiuso. Saranno comunque garantiti 75mila posti e il 5% della capienza ai tifosi ospiti (intorno a 4mila poltrone) anche per le partite di Uefa».

Il «partito» contro la demolizione del Meazza è bipartisan e il sopralluogo sembra dare un assist a chi dice no al nuovo stadio. Milan e Inter hanno depositato a luglio il dossier di 750 pagine per chiedere il via libera al progetto. «La Commissione - afferma il consigliere Pd Carlo Monguzzi - ha potuto verificare l'assoluta sicurezza dello stadio. A maggior ragione è da respingere la richiesta di costruirne uno nuovo, perché non serve e la demolizione comporterebbe un'enorme quantità di detriti da smaltire». Anche il presidente del Municipio 7 Marco Bestetti (Fi) sottolinea che «i tecnici confermano che San Siro gode di sana e robusta costituzione. Le oscillazioni non solo sono assolutamente fisiologiche, ma dimostrano proprio la capacità dello stadio di assorbire correttamente la pressione di un grande afflusso di persone.

Chi pensava di spaventare la città con inesistenti rischi per la sicurezza delle persone, magari per sostenere la proposta di abbattere San Siro, dovrà cambiare piani». E il leghista Gabriele Abbiati conferma: «Cade la scusa addotta per la demolizione, ora vogliamo capire cosa vuol fare il Comune».

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