Un processo durato troppo, e destinato a estinguersi senza vincitori né vinti. E con il sindaco Giuseppe Sala sottratto al rischio di una condanna definitiva, ma anche privato della chance di vedere riconosciuta la propria innocenza.
Oggi, davanti alla quarta sezione della Corte d'appello, si apre il processo di secondo grado al primo cittadino, condannato nel luglio dello scorso anno a 6 mesi di carcere, convertiti in una multa di 45mila euro, per falso ideologico e materiale in atto pubblico. Il tribunale lo ritenne colpevole oltre ogni ragionevole dubbio di avere avallato il trucco che i suoi collaboratori avevano escogitato per spianare la strada alla gara d'appalto per la «piastra», l'opera più importante di Expo 2015, all'epoca in cui Sala ne era commissario e amministratore. Fu un trucco grossolano, un modo sconsiderato per non perdere tempo: un reato a fin di bene, ma pur sempre un reato. Tant'è vero che Sala in aula ha cercato di chiamarsene fuori, dicendo di avere firmato le carte preparate dallo staff senza notare quella data sbagliata.
Il reato, ormai, è prescritto: anche a causa della lunghezza delle indagini, segnate da scontri al calor bianco tra i magistrati che via via hanno affrontato il tema. Il giudice Cornelia Martini non dovrebbe fare altro che dichiarare estinto il capo d'accusa e annullare per questo la sentenza di primo grado, spedendo l'intera vicenda in quel limbo dove non ci sono né colpevoli condannati, né innocenti certificati. Certo, Sala avrebbe una strada davanti a sé per continuare a sperare in una assoluzione piena: incaricare il suo difensore Salvatore Scuto di comunicare alla Corte la sua rinuncia alla prescrizione. In tal caso, il processo entrerebbe nel vivo e l'intero materiale raccolto dalla Procura generale nel corso delle indagini, verrebbe valutato da nuovi occhi.
Sala non ha comunicato ufficialmente la sua scelta, quindi si dovrà attendere l'udienza di stamane per sapere con certezza quale sarà la decisione del sindaco. Ma tutti gli elementi disponibili dicono che il sindaco non farà il beau geste e lascerà che la prescrizione inghiotta tutto.
Troppi i rischi: a partire da quello di ritrovarsi ingolfato in una vicenda processuale potenzialmente senza fine, in cui le sentenze di diverso parere potrebbero andare avanti e indietro senza più la tagliola del tempo che passa. Il sindaco sa che se si accontenta della prescrizione la condanna ricevuta in primo grado gli sarà rinfacciata, soprattutto se l'anno prossimo vorrà candidarsi per un secondo mandato. Ma ci sono guai peggiori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.