La pioggia dopo 14 giorni di smog

Un acquazzone dà l'illusione di una tregua ma l'emergenza polveri sottili resta e il governo promette briciole

Antonio RuzzoNon solo la pioggia tanto attesa. Ieri pomeriggio è arrivata anche una veloce grandinata a spazzare via un po' di veleni dall'aria milanese. Così dopo quattordici giorni filati in cui le concentrazioni di PM10 sono rimaste abbondantemente sopra i limiti in quasi tutte le stazioni di monitoraggio lombarde oggi potrebbe esserci una tregua. Più che mai necessaria perché, nonostante le limitazioni antismog, martedì in città le centraline dell'Arpa hanno rilevato rispettivamente 80 microgrammi per metro cubo (il limite è 50) nella stazione del Verziere, 83 in via Senato e 93 in via Pascal. Una tendenza che ovviamente non riguarda solo Milano ma anche altri capoluoghi della regione, dove i massimi registrati sono stati pari a 78 a Como, 67 a Varese e 68 a Sondrio, 82 a Lecco. Valori più elevati sono stati registrati nella fascia centro orientale della regione, con valori massimi di 127 a Bergamo, 113 a Brescia, 117 a Monza, e a Mantova con 111. Situazione migliore nella parte meridionale, con massimi pari a 53 a Lodi, 49 a Cremona, 42 a Pavia, questi ultimi due al di sotto del limite giornaliero. Ma scroscioni di acqua a parte continua l'emergenza. E continuano quindi le limitazioni imposte dal protocollo ambientale della città metropolitana che abbassa di un grado (da 20 a 19) la temperatura delle caldaie e limita la loro accensione: 12 ore anziché quattordici. Continua anche lo stop ai diesel euro tre senza filtro antiparticolato dalle 8.30 alle 18 se privati, dalle 7.30 alle 10 se commerciali. La limitazione si aggiunge ai divieti di circolazione regionali validi nei giorni feriali fino al 15 aprile, che riguardano i veicoli euro 0 benzina ed euro 0, 1 e 2 diesel. La stragrande maggioranza degli automobilisti si è adeguata qualcuno è finito invece nella rete dei controlli che in 48 ore sono stati 713 con 13 veicoli sanzionati. Ma se lo smog non dà tregua non danno tregua neppure le polemiche che proprio sull'inquinamento diventano il muro contro muro di filosofie diverse del concetto di mobilità: «Altri 14 giorni consecutivi sopra la soglia di allarme per le polveri inquinanti e intanto il Comune versa ad Amat i soldi per fare i controlli sugli impianti termici? - si domanda Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione- Palazzo Marino liquida 164.842 euro ad Amat a saldo della fattura per il servizio di ispezioni sugli impianti termici civili nel territorio comunale per le stagioni termiche dal 2014 al 2017, presenterò un'interrogazione per chiedere i risultati di questi controlli: a cosa sono serviti? Domanderò inoltre se Amat abbia controllato anche il Comune, che sta tenendo i caloriferi a 27 gradi nei suoi uffici mentre ai cittadini chiede di abbassare il riscaldamento». Intanto, polemiche a parte su blocchi del traffico e misure antismog da Roma arrivano spiccioli in proporzione all'emergenza che si sta vivendo.

Nei giorni scorsi erano stati gli assessori della Regione a dire che gli investimenti annunciati dal governo sono inadeguati: «Il ministro dell'ambiente Galletti ha promesso 35 milioni per la mobilità sostenibile e altri 50 per le colonnine elettriche - continua De Corato - 85 milioni da divider tra le regioni interessate, quando Maroni ha chiesto invece 2 miliardi di euro solo per la Lombardia. E il Governo come risponde?».

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