Ferruccio GattusoSe il palcoscenico del Teatro Manzoni fosse un volto, sorriderebbe per il «tutto esaurito». Sono esattamente questi i termini che spiegano meglio attraverso le parole del direttore Alessandro Arnone, ieri mattina ne foyer del prestigioso teatro milanese il finale di 2015: «Abbiamo chiuso con il tutto esaurito per gli spettacoli di Vincenzo Salemme, di Pintus e del Festival della Magia di Raul Cremona: il cartellone di questa stagione convince noi e il pubblico».Il 2016 prende il via con una commedia di «griffe»: altrimenti non può definirsi un titolo come «L'Uomo, la Bestia e la Virtù» di Luigi Pirandello testo tra i più frequentati del grande drammaturgo siciliano, capolavoro di pungente ironia sulle ipocrisie della buona società in cartellone da stasera al 31 gennaio (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 35-23 euro, info 02.76.36.901) allestito dal regista Giuseppe Dipasquale e affidato a un terzetto di protagonisti come Geppy Gleijeses, Marco Messeri e Marianella Bargilli. Nei rispettivi ruoli del celebre titolo i tre attori danno forma a uno sconveniente ménage à trois. «Non a caso spiega Gleijeses quando la pièce esordì a Milano il 2 maggio 1919 al Teatro Olimpia, fu un insuccesso. Il pubblico evidentemente non gradiva una storia in cui le maschere della borghesia cadevano implacabilmente. Oggi la reazione è alquanto diversa: il pubblico ha imparato a ridere, anche amaramente, delle proprie debolezze». La vicenda è nota: il professor Paolino (Gleijeses, l'Uomo) ha una relazione fedifraga con la signora Perella (Bargilli, la Virtù), sposata a un capitano di marina (Messeri, la Bestia), volgare, spesso assente da casa, infedele cronico. I problemi sono due: la Virtù rimane incinta dell'Uomo, e la Bestia torna immancabilmente dalla moglie senza appetito sessuale. La Virtù deve spingere la Bestia a consumare almeno un rapporto, in tempi brevi. L'arma sarà un potente afrodisiaco, ma chissà se funzionerà. «Si tratta di un'opera divertente, farsesca ma anche amara prosegue Gleijeses che, in pieno stile pirandelliano, fa ridere e pensare. Qui al Manzoni, dove io e Bargilli esordiamo per la prima volta in carriera, festeggeremo le cento repliche. Da due anni portiamo in scena la pièce: l'anno scorso il ruolo della Bestia era di Lello Arena, con Marco Messeri il cambio ha giovato». Viva la sincerità, e chissà che cosa ne penserà Arena, di questi tempi a Milano con «L'Avaro» di Molière al Teatro Menotti. «Marco spiega l'attore è prezioso e completamente pazzo, perfetto per la parte». Di suo Messeri aggiunge: «Non potevo negarmi a questa preziosa ditta teatrale, e da buon sagittario devo sempre cacciarmi nei guai. Ho cercato di vedere il filmato dello spettacolo senza tenere conto dell'interpretazione di Lello Arena, per non restarne condizionato. Ho insistito sui tic del personaggio e ho aggiunto di mio, sempre cogliendo un minimo accenno dal testo pirandelliano, una propensione all'alcolismo della Bestia. Sarei un 'cattivo', se non fosse che nei personaggi di Pirandello negativo e positivo coesistono sempre».
Marianella Bargilli veste i panni di una donna, sempre nelle parole di Messeri, «di cemento armato, con un megafono al posto della bocca». Poi lei dice di se stessa: «In me convivono comicità, dramma e una certa freddezza da automa. Sono la donna al centro di un duello che tiene incollati fino alla fine».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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