Alberto Giannoni
Sull'autonomia la Lombardia prova a ripartire. A pressare, a spingere sul governo. A Palazzo Lombardia si continua a respirare un clima di ottimismo. L'obiettivo è arrivare in tempi brevi a un testo. Certo, la campagna contraria ha segnato qualche punto mediatico - si riflette - e occorrerà un supplemento di lavoro per superare bufale e pregiudizi, ma resta la convinzione che sia possibile arrivare entro la settimana a un documento, come ha garantito due giorni fa il leader leghista Matteo Salvini. In Regione si punta molto sul fatto che l'autonomia fosse uno dei «pilastri» del patto di governo fra Lega e 5 Stelle. Per altri, nel centrodestra, quel patto ormai non è esiste più. E per qualcuno il timore è che, dopo la «falsa partenza» di metà febbraio, qualcosa si sia inceppato, soprattutto per le resistenze politiche dei «grillini» cui anche ieri il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio ha dato voce, in un'intervista a La Repubblica. Ma la Regione smentisce ufficialmente lo stop: il percorso «non è bloccato» ha detto ieri il governatore, Attilio Fontana, che della riforma autonomista ha fatto il primo dei suoi obiettivi - È incorso, stanno facendo approfondimenti e lavori. Non so se si arriverà a conclusione prima (delle Europee, ndr) ma non è bloccato».
La tela di Penelope dunque, sembra sul punto di dover ripartire un'altra volta, a oltre 16 mesi dal referendum consultivo che in Lombardia, come in Veneto, ha sancito l'esistenza di una maggioranza schiacciante di cittadini favorevole a «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» come recita la Costituzione.
Che i percorso sia tracciato nel solco della Costituzione, ieri Fontana lo ha scandito bene, sempre rispondendo a Di Maio, che in un'intervista a «Repubblica» aveva detto: «Noi sosteniamo l'autonomia, ma non lo spacca-Italia». «Nessuna intenzione di spaccare l'Italia - ha ribattuto il governatore leghista - anche perché facciamo riferimento alla Costituzione». «La Costituzione intenderebbe spaccare l'Italia? - ha chiesto - Mi sembra che sia una cosa assolutamente priva di credibilità».
Fontana ha pure assicurato che il percorso autonomista - che riguarda anche Veneto ed Emilia Romagna - viene seguito con attenzione ma senza particolare apprensione dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che proprio ieri era a Milano. Il presidente «guarda con grande interesse e attenzione» al tema - ha garantito Fontana, che alla domanda se il Capo dello Stato fosse preoccupato, ha risposto: così: «No, mi è sembrato molto attento».
E Milano, ieri c'era anche il ministro degli Affari regionali e autonomia, Erika Stefani, che allo stesso modo ha voluto escludere problemi: «Non bisogna creare allarmismo su questioni che non esistono, o che possono essere anche solo frutto di posizioni ideologiche.
L'autonomia differenziata è un percorso istituzionale, non deve essere un obiettivo di bandiera». Anche il premier Giuseppe Conte, ha più volte rassicurato sull'esito finale del percorso che dovrebbe condurre all'autonomia. Lo ha fatto anche pubblicamente, a Milano. Eppure ora si parla di una impasse o di un rinvio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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