Pisapia battezza lo stadio Milan Ma l'assist arriva da Berlusconi

Il sindaco: «No a pregiudizi sull'impianto del Portello» La scelta del quartiere è un'indicazione dell'ex premier

«Nessun pregiudizio sul progetto dello stadio del Milan al Portello». Rientrato ieri da una missione all'estero, il sindaco Giuliano Pisapia è stato accolto con una diffida del Codacons ad autorizzare la costruzione dell'impianto sui terreni concessi martedì sera da Fondazione Fiera, le barricate della sinistra ambientalista (il Pd Carlo Monguzzi chiede che il Consiglio impegni «subito la giunta a bloccare un progetto sbagliato e devastante») e le proteste del Comitato No Stadio. Ma le sue dichiarazioni sono invito alla calma (soprattutto) la sinistra e i barricaderi: niente pregiudizi. Lo stesso appello della sua vice Ada Lucia De Cesaris il giorno prima. «La città è divisa e anche il Consiglio, in maniera trasversale. Sarà una bella sfida da affrontare» afferma Pisapia. L'assegnazione delle aree al club «era abbastanza inaspettata. Ne prendiamo atto, ma chiaramente non conosciamo ancora il progetto definitivo che dovrà essere valutato dalla giunta e dal consiglio. Inizia un percorso in cui bisogna verificare la compatibilità ambientale, il tema della sicurezza, il tema della viabilità». Si è già sbilanciato l'assessore allo Sport Chiara Bisconti: «Due stadi (la proposta Portello e il restyling di San Siro) sono un valore aggiunto per la città. Due stadi di nuova generazione cambierebbero il nostro tifo e la fruizione degli stadi stessi, portandoli finalmente al livello internazionale che la nostra città merita. Ora bisogna in modo attento e sereno valutare se il progetto proposto dal Milan è realizzabile, con tutti i confronti e passaggi necessari». E Filippo Barberis, capogruppo del centrosinistra per la Città metropolitano e consigliere renziano del Pd in Comune definisce lo stadio al Portello addirittura «una sfida ambiziosa e positiva per la città, un intervento che può produrre effetti positivi non solo per il Milan ma per il sistema delle nostre squadre di calcio. Squadre che sono un patrimonio per tutta la città e per l'immagine e la visibilità di Milano nel mondo. L'intervento ha un rilievo strategico quantomeno di livello cittadino». Dopo le parole del sindaco si ammorbidisce anche la linea di Sel, il partito più ostile nei giorni scorsi al progetto: «Due stadi a Milano sono un'occasione di sviluppo per la città. La realizzazione di un nuovo impianto e la riqualificazione di San Siro possono generare risorse da reinvestire sullo sport amatoriale. Ribadiamo che il Portello non ci appare l'area adatta, riproponiamo di usare parte dell'area post-Expo, ma daremo una risposta dopo aver visto il progetto nel suo complesso. Si potrebbe avviare un referendum on line».

Il sindaco Pisapia aveva incontrato ad aprile l'ad del Milan Barbara Berlusconi e il presidente dell'Inter Erick Thorir, il futuro del Milan Stadium si incrocia con quello di un Meazza tutto nerazzurro. La battaglia in aula per il via libera ai rossoneri forse sarà meno accesa dei pronostici. E il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati ammette che per il futuro parlare di vendita di San Siro «non sarà un argomento tabù». Il Comune è a caccia di risorse per le nuove metropolitane e la riapertura dei Navigli, tanto per dire.

Pisapia prometteva la «rivoluzione arancione», ma l'assist per avviarne almeno una gli arriva proprio dall'avversario politico Silvio Berlusconi. Le elezioni 2016 peraltro potrebbero tenersi in concomitanza con la finale di Champions League a San Siro, il 26 maggio.

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