Dice che è «vergognoso e inaccettabile» che il premier abbia negato 50 dei 114 milioni di fondi necessari alla città che ospiterà Expo per i trasporti e le pulizie straordinarie, ci spero ancora, da soli non ce la facciamo». Valuta il rapporto con il presidente del Consiglio «abbastanza difficile» e rimarca che nonostante sia un ex sindaco, «cambiando ruolo ha cambiato anche il modo di guardare gli enti locali, ne ha poco attenzione». Con un'ultima stilettata, il sindaco aggiunge che tra i peggiori difetti di Matteo Renzi c'è quella di avere «poco rispetto anche per le persone che invece sono degne», cita ad esempio «le battute poco simpatiche di fronte a una magistratura che protesta, a torto o a ragione», o quando davanti alle contestazioni del sindacato risponde con un «me ne farò una ragione». È, in estrema sintesi, il benvenuto di Giuliano Pisapia al premier che oggi sarà all'Hangar Bicocca per lanciare il «Tavolo delle idee» per Expo. Ieri ai microfoni di Radio 24 il sindaco ha sparato a zero, mettendo (se servissero altre prove) una pietra tombale sulla ricandidatura. Anche se ribadisce che scioglierà le riserve «entro maggio», lancia un avvertimento - o una sfida - al leader del Pd: «Qualora non mi candidassi mi batterò perché ci siano le primarie, e lì non sempre il nome dei Democratici vince», ricorda non a caso la sua vittoria a sorpresa nel 2011 contro l'archistar Stefano Boeri, allora l'onda civica travolse alle urne i circoli. Quindi, sebbene pregusti già di trascorrere «almeno 3 mesi in India» tolta la fascia da sindaco, prima della scadenza nel 2016 sembra pronto ad affilare le armi per sostenere un candidato che abbia la propria impronta. Magari la sua vice, Ada Lucia De Cesaris, anche se secondo voci di corridoio i rapporti tra i due non siano più così idilliaci. Oppure l'assessore civatiano Piefrancesco Majorino o di Sel Cristina Tajani. Optando ancora per il candidato civico, nonostante il flop contro Maroni potrebbe rispuntare di nuovo di Umberto Ambrosoli. Ma potrebbe sparigliare le carte Ferruccio De Bortoli, che proprio ieri ha annunciato che lascerà la guida del Corriere della Sera il 30 aprile. Le bordate di Pisapia alla vigilia della passerella del premier lasciano intendere che la campagna contro il Pd, ma nel recinto del centrosinistra, è partita. Tra Renzi e il nuovo presidente greco Alexis Tsipras, Pisapia dice di preferire «la simpatia di Renzi ma i valori di Tsipras» perché «il nostro leader ogni tanto piglia delle sbandate». Ma in Italia non c'è spazio per un partito di Tsipras, piuttosto per un partito di sinistra e di governo che si allei col Pd». . Per tornare ai rapporti tesi col governo, aggiunge che sarà «molto difficile» per Milano e ancora di più «come città metropolitana» approvare il Bilancio 2015 «con i tagli imposti da Roma». Soffia sul fuoco la coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini: «C'è una netta svolta a sinistra del sindaco, con parole al limite dell'insofferenza contro Renzi. Ora serve un'alternativa liberale, e la sta costruendo il centrodestra».
Da un Matteo all'altro, sull'ipotesi della corsa di Salvini come sindaco ribatte che «come avversario mi fa ridere, non ha chance, non conosce la città così bene». Eppure. Nell'ultima seduta del leghista da consigliere comunale nel 2012, Pisapia prese la parola per un atto di stima: «Lasci un vuoto, ci mancherai. Il tuo impegno è un segnale importante per tutti quelli che credono in Milano e vogliono cambiarla.
Ognuno con le proprie proposte e con lo scontro che deve restare nei limiti del rispetto. Avevo una visione ben diversa di te, ma hai dato segnali importanti favorendo il dialogo quando ce n'era bisogno». Come si cambia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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