Chissà in quanti sanno cosa significa quella strana forma che pare un po' un fiore e un po' una macchia ed è il simbolo della Lombardia. E' una «rosa camuna», segno ritrovato 92 volte tra le 350mila incisioni rupestri della Valcamonica. La Valcamonica è il primo sito italiano dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, nel 1979, e conserva sulle sue rocce migliaia di incisioni rupestri risalenti a non meno di 10mila anni fa.
Quindi ad una manciata di chilometri da Milano, oggi poco più di due ore in auto, nasceva, nel I millennio a.C, una delle società più antiche del Mondo. Attraverso il patrimonio di incisioni che ci ha lasciato abbiamo un paradigma fondamentale per capire come fosse l'uomo attraverso il Neolitico, fino alle fasi dell'età del Rame, del Bronzo e infine del Ferro.
Ha inaugurato alla Triennale di Milano il I ottobre, fino al 4 novembre, la prima mostra al mondo che mischia interattività e preistoria, computer a studi archeologici. Si chiama «Pitoti», ovvero «incisione rupestre» in dialetto camuno, e ha visto all'opera un nutrito gruppo internazionale di studiosi ed esperti in materia archeologiche e tecnologiche insieme: il Centro Camuno di Studi Preistorici, con il Museo di Archeologia e Antropologia dell'Università di Cambridge in Inghiltera e l'Università di Scienze Applicate di St. Polten in Austria, con la collaborazione dell'Unione Europea (Culture Programme 2007-2013), la Regione Lombardia nell'Assessorato Istruzione-Formazione-Cultura e la Fondazione Triennale Milano. La mostra sarà a ingresso libero, grazie al sostegno dell'Unione Europea che l'ha inserita nel Culture Orogramme 2007-2013. Grazie alle tecnologia e alla sinergia tra discipline diverse, dopo un lungo periodo di studi in loco, questo gruppo di ricercatori, di cui molti sono studenti delle università coinvolte, hanno elaborato una mostra multimediale che sarà facilmente replicabile e trasportabile. Dopo essere stata in Triennale, infatti, Pitoti si sposterà al Museo di Archeologia e Antropologia dell'Università di Cambrige, e nel 2014 sarà a Vienna. Non è un caso che sia proprio Milano, città moderna, europea e del design, la città in cui il progetto viene per la prima volta illustrato: «Questa mostra è l'incontro tra due tipi di grafica -dice il prof Christopher Chippindale dell'Università di Cambridge-. Quella antica, dei Primitivi, e quella multimediale di oggi. Vogliamo che il passato diventi accessibile, allora lo abbiamo ricostruito, trasformato, adeguato al linguaggio presente. Siamo felici di presentare "Pitoti" in Triennale a Milano, un museo di arte contemporanea. Attraverso la luce, il suono e le figure, avviciniamo il mondo preistorico a quello di oggi».
Un progetto giovane e multimediale per rendere accessibile la cultura preistorica a molti. La mostra, infatti, prevede l'attraversamento di diversi ambienti: grazie all'alta definizione e all'utilizzo di tecniche a luce radente e flash che permettono di evidenziare i minimi particolari, le figure incise sulla roccia diventano visibili una ad una. In uno spazio specifico della mostra, grazie a filmati proiettati su quattro pareti, sembra di essere virtualmente a 360° in Valcamonica, o, con le tecniche di animazione, si possono far muovere le incisioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.