Pizzo, lucciole e tentati omicidi Sgominata banda di 17 cinesi

Una banda composta da giovani cinesi è stata smantellata dai carabinieri del reparto operativo che hanno arrestato 17 ragazzi tra Milano, Torino, Roma e Brescia con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, allo sfruttamento della prostituzione e al gioco d’azzardo.
Secondo quanto è emerso dalle indagini il gruppo, per controllare i traffici, metteva in atto delle spedizioni punitive ai danni di connazionali. I militari hanno sequestrato 6mila euro e diversi coltelli.
Il gruppo è stato definito dagli investigatori come quello «dominante nella città di Milano e che dettava legge nella comunità cinese». A capo della banda un uomo di 29 anni che aveva organizzato il gruppo con luogotenenti e diversi giovani che si occupavano delle intimidazioni.
Le indagini dei carabinieri sono partite da una serie di episodi di estorsione ai danni di ristoratori e titolari di negozi alimentari nel quartiere cinese. Il gruppo imponeva agli imprenditori di rifornirsi da ditte da loro indicate. A chi si rifiutava, la banda distruggeva il ristorante. In alcuni casi si è arrivati all’aggressione a colpi di coltello in strada.
Sotto il controllo dell’organizzazione anche un giro di squillo cinesi destinate a clienti connazionali facoltosi e una serie di bische clandestine dove il giro di scommesse poteva raggiungere anche i 70mila euro a sera.
«Gli arresti condotti dai carabinieri confermano quanto sostengo da tempo - incalza il vice sindaco Riccardo De Corato -: nella nostra città, con base nel quartiere Sarpi, esiste uno zoccolo duro di malavita cinese formato da giovani e giovanissimi che usa con disinvolta violenza armi e coltelli per regolare conti e che ha imposto agli stessi connazionali, a suon di estorsioni e minacce, il proprio potere criminale fatto di prostituzione e gioco d`azzardo».


«Era chiaro dalle continue operazioni della polizia municipale nei ristoranti etnici cinesi, nei dormitori per clandestini e nei sedicenti centri massaggi che, sotto il primo strato di illegalità, esisteva una vera e propria rete criminale che tesseva i fili di questa trama - conclude il vice sindaco -. E per questo ho più volte chiesto l`intervento della magistratura e indagini approfondite».

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