Non è nellinteresse della Provincia seguire il Comune «nellandata in Borsa» ma palazzo Isimbardi è pronto a cedere a palazzo Marino le proprie quote in Sea, con uno scambio. Lo ha detto il presidente della Provincia Guido Podestà, a margine della firma di un protocollo dintesa con lamministrazione penitenziaria, riguardo alla decisione di via Vivaio attesa dal Comune per la nuova vendita della partecipazione in Sea. «Non ho ancora parlato con la controparte», ha precisato Podestà «ma non credo sia nellinteresse della Provincia seguire landata in Borsa di Sea. O noi facciamo un bando e vendiamo la nostra partecipazione, oppure facciamo uno scambio, ma senza rimanere impegnati un anno per vedere se la quotazione va o non va». La volontà della Provincia, ha rimarcato «è quella di lavorare insieme, ma forse oggi è più facile ragionare su uno scambio» Quanto alla quotazione in Borsa, ha detto Podestà «la faccia il Comune, anche con le nostre quote, nel momento in cui possiamo trovare unipotesi di scambio, che cè».
Il presidente della Provincia, rientrato ieri a Milano, contatterà lassessore comunale al Bilancio Bruno Tabacci e «oggi, domani o dopodomani vediamo di incontrarci», rinviando al «tavolo tecnico», annunciato da palazzo Marino, la definizione dello scambio, in alternativa ad un bando autonomo.
«Il discorso su Asam, finanziaria che controlla le partecipate della Provincia, è semplicemente questo: cè uno statuto inidoneo ad accettare unapertura dei privati». Così il presidente della Provincia, ha risposto riguardo al dibattito su Asam in consiglio provinciale per la modifica dello Statuto. «Dove si trova ad esempio - chiede Podestà - un privato che investa se esiste lobbligo per qualunque scelta di passare per il consiglio provinciale?». Dunque è necessaria la modifica di uno statuto che «è stato fatto da chi allora creò una cassaforte chiusa. Crediamo che invece, come ci dicono il governo, il parlamento e lUnione Europea, si debba aprire a lprivato, anche per rispettare il patto di stabilità». Per questo «bisogna fare in modo che ci sia una condizione per cui il privato possa avere motivo di entrare. Dunque tutte quelle norme che non sono usuali nelle società devono essere eliminate. Stiamo parlando di aprire al mercato il sistema infrastrutturale in corso di realizzazione intorno a Milano, per investimenti complessivi di oltre 8 miliardi. Vorrei sapere dove troviamo i soldi, nel momento in cui inoltre le condizioni del mercato finanziario sono cambiate.Dobbiamo aprire ad apporti, italiani e no, di capitali.
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