Un incendio sospetto ha mandato in cenere l'altra sera il deposito di un'impresa di onoranze funebri a Castano Primo, causando danni per 300mila euro tra carro funebre e bare distrutti. Con il forte sospetto che dietro ci sia la mano del «racket del caro estinto» come del resto ha subito detto il titolare: «Mai subito minacce esplicite, però in questi ultimi tempi il clima si era fatto pesante».
Non è la prima volta del resto che la concorrenza tra impresari funebri sfocia in atti di vero e proprio banditismo: negli anni scorsi, diverse ditte vennero prse d'assalto a colpi di bombe e revolverate. Fino a quando nel 2008 un grande retata della polizia portò in galera 41 persone tra infermieri che dirottavano clienti e imprese, quasi tutte le principali onoranze milanesi, che pagavano profumatamente gli affari procacciati. L'inchiesta si concluse con 33 patteggiamenti e molte condanne in primo grado.
Dopo un periodo di relativa tranquillità l'altra sera l'inquitante episodio ai danni della «Eredi Cardani» con sede in via Lazio a Castano Primo. Il titolare, Davide Persiani di 43 anni, ha raccontato ai carabinieri di aver chiuso la ditta verso le 19.30 ed essere poi stato avvertito un paio di ore dopo che un rogo divampava nel magazzino. Completamente distrutto un carro funebre e sei bare per un totale di 300mila euro. Le indagini, affidate ai carabinieri, non escludono nessuna pista, neppure quella dell'incendio doloso. Persiani ha raccontato agli investigatori di non aver mai ricevuto minacce «esplicite», lasciando intendere dunque che qualcuna di «velata» gli possa anche essere arrivata.
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