Prescrizione per Sala. Fine dei guai giudiziari sul falso verbale Expo

Non ci sono state interruzioni dei termini Il sindaco potrebbe rinunciare: non lo farà

Prescrizione per Sala. Fine dei guai giudiziari sul falso verbale Expo

È qualcosa di più di una sentenza: è quasi una pietra tombale. I guai giudiziari del sindaco Beppe Sala finiscono ufficialmente due giorni fa, con il provvedimento con cui i giudici che lo hanno condannato trasmettono alla Corte d'appello il ricorso presentato dai legali del primo cittadino. Come prevede la legge, nel fascicolo che viene inviato in appello i giudici di primo grado devono unire una scheda riassuntiva, che indica soprattutto un dato cruciale: la data di prescrizione del reato. È una indicazione preziosa, perché consente alla Corte di distinguere i processi che si possono celebrare con calma da quelli che vanno fissati di corsa per evitare che finiscano in nulla, e da quelli che non c'è fretta di celebrare perché sono già prescritti.

L'accusa a Sala, certifica il tribunale, appartiene a quest'ultima categoria. Nella scheda allegata al fascicolo la data di estinzione del reato è indicata nel 30 novembre 2019, cinque giorni fa. Il calcolo non era scontato, perché se è vero che la legge indica in sette anni e mezzo la prescrizione per i reati di falso, vi sono anche episodi che lungo il processo interrompono il decorso dei termini. Ma in questo caso, secondo l'analisi compiuta dai giudici, non c'è stato nessuno stop. Per cui, poiché il reato attribuito al sindaco è stato commesso il 31 maggio 2012, ladeadline era il 30 novembre. Fine delle trasmissioni.

Esisteva una possibilità perché il processo restasse vivo, e si arrivasse ad una sentenza definitiva di assoluzione o di condanna: che il sindaco rinunciasse alla prescrizione, come è facoltà degli imputati che vogliono dimostrare a tutti i costi la loro estraneità. Su quali siano le sue intenzioni in proposito, il sindaco Sala non si è mai sbilanciato, dicendo di doversi ancora confrontare con i suoi legali. Nel testo del ricorso che gli avvocati hanno presentato a metà novembre, di questo tema non c'è traccia perché la prescrizione in quel momento non era ancora scattata. Quindi in teoria il sindaco sarebbe ancora in tempo per avvalersi di questa facoltà. Ma non lo farà, e incasserà la prescrizione del reato pur continuando a proclamarsi innocente.

Il sindaco, come è noto, è stato ritenuto colpevole (seppure «per elevati motivi morali e sociali») di avere falsificato un verbale di nomina di Expo, retrodatandolo per rimediare alla incompatibilità di due membri della commissione d'appalto, e per questo è stato condannato a sei mesi di carcere convertiti in 45mila euro di multa. Anche se questa condanna è ormai prescritta secondo gli stessi giudici che l'hanno emessa, il processo d'appello verrà comunque fissato in tempi stretti perché vi sono altri imputati e altre accuse che sono ancora in piedi: sono quelle a carico di Antonio Rognoni, ex direttore di infrastrutture lombarde, dell'ex dg di Expo Angelo Paris e del manager Piergiorgio Baita, tutti assolti in primo grado ma per i quali la Procura generale ha presentato ricorso. Le accuse nei confronti di Rognoni sono le più prossime a prescriversi anch'esse, nel febbraio 2020.

Per questo è probabile che il processo d'appello per tutti gli imputati, sindaco compreso, venga fissato non molto dopo Capodanno.

In quell'occasione, i giudici in teoria potrebbero - anche se il reato di Sala è prescritto - dichiarare la sua innocenza così evidente da assolverlo ugualmente: ma è un miracolo che accade assai di rado.

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