In spiaggia, sotto l'ombrellone, a Varazze. È lì, nel Savonese, a 160 chilometri da Milano, che i carabinieri della compagnia Duomo, guidati dal capitano Matteo Martellucci, domenica mattina hanno arrestato con l'accusa di detenzione e porto illegale d'arma, nonché per ricettazione Christian Braidich, 37 anni, pregiudicato italiano di origini nomadi. Per gli investigatori dell'Arma è lui il responsabile della sparatoria avvenuta il 9 giugno tra la folla che stava uscendo dai locali della movida nella centralissima corso Como, un colpo di pistola sparato in aria al culmine di una violentissima lite davanti a un bar e durante la quale erano volati per aria sedie e bicchieri. Da quel giorno Braidich aveva fatto perdere le sue tracce. E quando l'altro ieri i militari gli si sono presentati davanti era in compagnia di altre persone tra le quali c'era anche un sorvegliato speciale, finito pure lui in manette.
In corso Como quella notte il 37enne era in sella a una potente (e scenografica, visto il contesto) «Ducati Panigale», una monoscocca sportiva di colore rosso. Il centauro, con il volto coperto da un casco integrale nero, aveva esploso il colpo in aria prima di fuggire a tutta velocità. Una scena da Far West, con la moto al posto del cavallo.
I militari avevano raccolto una serie di testimonianze su di lui e su quanto era avvenuto lì sul posto, in corso Como; quindi avevano raggiunto i problematici palazzoni di viale Sarca, dove Braidich vive da sempre e ci erano tornati più volte trovando la pistola, un revolver matricola abrasa nascosto sotto il tappetino di una vettura. Infine avevano rinvenuto anche la «Ducati», parcheggiata e nascosta in un box della zona, con la targa contraffatta per nascondere che era stata rubata.
I carabinieri hanno iniziato le loro indagini proprio partendo dal suo bolide su due ruote. Per potersi muovere liberamente e garantirsi l'anonimato e «candore» agli occhi delle forze dell'ordine, Braidich aveva modificato la targa della Ducati usando la metà di un'altra targa - anch'essa rubata - per fonderle tra loro. L'arma e la moto hanno dato la certezza ai militari di essere sulla pista giusta, ma arrivare a Christian Braidich è stato tutt'altro che facile. A lungo gli investigatori hanno pensato fosse rimasto nei palazzoni rossi di viale Sarca. «Lì è temuto e si muove a suo piacimento, qualcuno poteva averlo nascosto» sottolinea Martellucci.
Capito che il 37enne se n'era andato da Milano e imboccata la «pista ligure», però, tutto è andato per il verso giusto. «Adesso si spera che in fase d'interrogatorio Braidich possa spiegare cosa ha innescato la sparatoria di quella sera in corso Como» conclude il comandante della compagnia Duomo.PaFu
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