La Procura: "Ogni giorno denunciato un medico Molti i casi infondati"

Siciliano: «Non possiamo permetterci tutte queste cause». Più della metà archiviate

La Procura: "Ogni giorno denunciato un medico Molti i casi infondati"

Le denunce per colpe mediche? Una al giorno, ormai «una patologia». È delicato e allo stesso tempo di forte rilievo il nodo affrontato ieri al Palazzo di giustizia. L'allarme arriva da una voce autorevole, quella di Tiziana Siciliano, procuratore aggiunto a capo del pool «Ambiente, salute e lavoro». Una valanga di procedimenti penali contro i camici bicnhi sulla Procura e sul Tribunale, non tutti giustificati da effettivi errori medici o reati ai danni di chi denuncia.

«Abbiamo avuto - ha spiegato Siciliano al convegno Responsabilità penale e contabile nelle professioni sanitarie - fra lesioni e omicidi colposi da colpa medica 300 fascicoli iscritti in un anno, nel 2017. In pratica ogni giorno viene intentata una causa penale a carico di un medico». Numeri eccessivi, a parere del magistrato, che aggiunge: «Molte di queste denunce finiscono poi in archiviazione». Più del 50 per cento, secondo una stima. Siciliano, come lei stessa ha ricordato, «da circa 30 anni» si occupa di colpe mediche e ha coordinato tra l'altro l'inchiesta sulla Santa Rita, la cosiddetta «Clinica degli orrori». Sono «il maggiore persecutore di medici negli ultimi anni», scherza. E continua: «Noi ci rendiamo conto che alcune di queste cause sono solo strumentali, per accorciare i tempi dei risarcimenti civili e perché il penale muove le coscienze». In sostanza, un procedimento penale a carico di un medico, anche se alla fine non si arriva a una condanna, può essere una buona base di partenza per poi intentare una causa civile e fare leva per chiedere un risarcimento. Anche grazie alle consulenze tecniche disposte dalla Procura, non pagate dalle parti offese ma comunque utilizzabili da queste ultime nelle diverse sedi processuali. Tiziana Siciliano ha inoltre spiegato che nonostante nel 2017 sia entrata in vigore la legge Gelli che impone che siano fissate le linee guida sulla responsabilità medica, «delle 65 società scientifiche che hanno risposto all'appello per emanarle nessuna è stata accreditata». In assenza di linee guida rimangono «le buone pratiche, un vasto oceano in cui ognuno può dire la propria». Per il procuratore aggiunto, «eliminare le situazioni di incertezza sarebbe una cosa buona, perché noi non ci possiamo permettere questo numero di procedimenti penali». Per arrivare ad archiviare una denuncia infatti, «servono le consulenze, bisogna sentire i testimoni e ogni colpa medica diventa un procedimento difficile, una rogna».

Infine Siciliano segnala «il rischio di ingiustizia»: il medico che se lo può permettere «riesce a strapagare» i consulenti migliori su piazza, a differenza dei professionisti meno blasonati e magari neo assunti oppure neppure assunti nella struttura in cui lavorano. Spesso gli ospedali lasciano da soli i medici in questo tipo di cause e i camici sono costretti a sottoscrivere polizze di assicurazione molto costose.

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