Marta Bravi
«Ho appreso dai cittadini del quartiere, due notti fa, la notizia riguardante l'arrivo di nuovi richiedenti asilo alla Caserma Montello - annuncia l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino -. Ci tengo a ribadire l'estraneità del Comune mai coinvolto dalla Prefettura in relazione ad una simile scelta. La stessa Prefettura che invece ha poi informato la nostra Amministrazione della volontà di provvedere a ricollocare, fuori dalla città, i richiedenti asilo giunti in queste ultime giornate. La Caserma Montello non può accogliere più di trecento profughi. Questi sono stati gli accordi presi in passato e non pensiamo vadano messi in discussione». È giallo sulle presenze dei richiedenti asilo alla caserma di via Caracciolo 29. Sembra infatti che con gli arrivi in città degli ultimi giorni - si parla di una novantina di persone, famiglie afghane e siriane scappate dalla Libia - sia aumentato, ma in gran segreto, il numero degli ospiti alla caserma gestita dalla Fondazione Fratelli di San Francesco. Le persone in eccedenza - il bando della prefettura stabilisce un tetto di 300 persone fino al 31 dicembre - però sono già state dirottate verso altri centri. «A noi non risulta - replicano dalla Fondazione - gli ospiti hanno un badge che permette di controllare entrate e uscite giornaliere».
Ma anche se la situazione alla Montello è «rientrata», in città rischia di diventare allarmante. I centri di accoglienza, sia a Bresso (300) che in città, sono pieni. I 1400 posti, scesi poi a 1100 destinati alle persone in transito - al momento ospitano richiedenti protezione internazionale. E dal momento che la procedura necessita di circa un anno, si tratta di migranti destinati a rimanere per lungo tempo. Nessun turn over dei posti, per farla semplice. Così l'hub di via Sammartini, nato come centro di prima accoglienza e di smistamento per i migranti di passaggio, è diventato un centro residenziale. Al momento ospita 279 persone, di cui 150 circa richiedenti asilo, ed è al completo. Cui anno aggiunte i 90 migranti arrivati negli ultimi due giorni.
L'avvio delle procedure per i nuovi accordi bilaterali tra i governi ha infatti accelerato le migrazioni. Fenomeno confermato dai numeri: gli oltre 2000 sbarchi in sud Italia di questi giorni sono il 50% in più rispetto alla stessa epoca dello scorso anno. «Non siamo in emergenza - spiega Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca onlus - ma presto ci arriveremo. Sempre, in primavera, assistiamo a ondate massicce di sbarchi, a maggior ragione quest'anno. Tutti i centri di Milano però sono pieni, ospitando per lo più richiedenti asilo».
L'altro fronte su cui il Comune sta lavorando con la Prefettura è il discorso
dell'identificazione di chi arriva in città. L'hub di via Sammartini non è più adatto e il presidio andrebbe spostato in stazione Centrale. Domani l'assessore al Welfare Majorino incontrerà il prefetto Luciana Lamorgese sul tema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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