Tre anni di lavori e ora mancano solo i collaudi e gli arredi per rendere operativo il Blocco Nord dell'ospedale di Niguarda. A dicembre la chiusura di un cantiere che è arrivato a utilizzare 400 operai al giorno provenienti da dieci diverse nazioni e ieri il taglio del nastro con il governatore Roberto Maroni, il suo vice con delega alla Salute Mario Mantovani e il commissario straordinario Marco Trivelli che hanno battezzato l'opera che completa il Nuovo Niguarda dopo l'apertura del Blocco Sud nel 2010. Una nuova struttura, quella Nord, con 450 nuovi posti letto dei quali otto di terapia intensiva neonatale, cinque sale parto con due sale operatorie dedicate all'ostetricia e tre sale operatorie per la chirurgia pediatrica in un progetto costato 107,6 milioni di euro, esclusi gli arredi, le attrezzature e le tecnologie sanitarie. Ultimati gli interventi di legge sulla struttura e gli accreditamenti, la prossima estate cominceranno i trasferimenti delle attività sanitarie con il Blocco Nord che ospiterà il Dipartimento medico polispecialistico con un settore dedicato all'Alta intensità, il Dipartimento materno-infantile, la Medicina riabilitativa, il Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale, uno dei nove centri di lavorazione del sangue in Lombardia. Tra le novità le stanze di degenza con un moderno sistema di informatica distribuita e gli impianti di sollevamento malati con motori elettrici a soffitto che serviranno 80 letti. Ben diciassette gli sportelli di accettazione e studiati anche i colori che sono stati scelti più vivaci «per riuscire a comunicare serenità e accoglienza ai pazienti». Ma il nuovo blocco ospiterà anche esercizi commerciali con un totale di quattordici tra negozi e bar/ristorante e uno spazio è stato adibito a sala culto per la meditazione e la preghiera.
Il Niguarda è «un paese - ha spiegato il commissario Trivelli - in cui ogni giorno si viaggia al ritmo di 1.300 ricoverati, 3.300 pazienti ambulatoriali e 5mila visitatori». Un'inaugurazione che è stata anche per Mantovani e Maroni l'occasione per confermare il percorso per la riforma del sistema sanitario regionale. «Vogliamo mantenere un livello alto - ha detto Maroni - perché il nostro parametro di riferimento sono le regioni europee più sviluppate. E questo si otterrà razionalizzando le aziende ospedaliere e dialogando con chi ci lavora: la riforma dovrà essere approvata entro la fine di quest'anno». Mantovani, invece, ha proposto pronto soccorso differenziati per codici. «Milano potrebbe averne tre o quattro dedicati ai codici gialli e rossi per le emergenze e urgenze e altri forse più indicati per codici bianchi e verdi dove si possano effettuare interventi non in urgenza». Maroni ha poi annunciato la necessità di un piano straordinario per le strutture sanitarie milanesi e lombarde per il periodo dell'Expo.
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