Da ricettacolo per sbandati e prostitute a centro di documentazione sulle arti visive. Questo potrebbe essere la metamorfosi dell'ex mercato comunale di via Isernia, al QT8. Al grido di «No al degrado del mercato comunale, trasformiamolo in un centro culturale per il quartiere». I cittadini riuniti nel comitato Qt8 ieri mattina hanno illustrato il progetto all'assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno, che per altro si è già speso in questo senso, definendolo «una priorità del suo mandato».
Dieci anni di abbandono e due bandi andati deserti hanno lasciato il loro segno sull'ex mercato: calcinacci, soffitti che cadono a pezzi, muffa e perdite di acqua nei sotterranei. Per non parlare delle montagne di spazzatura e rifiuti di ogni genere accumulati. A pochi passi dall'uscita della fermata QT8 del metrò e dalla targa messa dal Comune per ricordare la storia del quartiere progettato da Bottoni, lo scenario è desolante. Sulla struttura ha messo gli occhi il Casva, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, attualmente ospitato all'interno del Castello Sforzesco. L'istituto, considerato l'archivio degli archivi degli architetti che hanno operato essenzialmente sul suolo lombardo, è diventato un centro di studi inerenti l'architettura, il design, la grafica, le arti figurative e visive nel loro complesso. «Vengono studenti di architettura di tutto il mondo a consultarlo» spiega Angelo Dani, vicepresidente del municipio 8 - dove è poco valorizzato nonostante si trovi al Castello. Il progetto presentato dal Casva, che indicheremo come prioritario nell'elenco del municipio per il piano triennale delle opere pubbliche per chiederne il finanziamento, prevede la sistemazione dell'archivio nel seminterrato e l'apertura di un centro culturale, per mostre, convegni, eventi culturali al piano terra., oltre a un bar».
Ne beneficerebbe tutto il quartiere, che vedrebbe vivere una struttura abbandonata da dieci anni, ma anche gli studenti e gli appassionati di architettura che al Qt8 vanno in spedizione.Ci sarebbe già un accordo di massima per trasferire il Centro studi sulle arti visive dal Castello, manca la formalizzazione del trasferimento e soprattutto il finanziamento per aprire il cantiere.
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