Vili schizzi di vernice rossa a sfregiare il murales che ricorda Sergio Ramelli, in via Paladini dove il giovane del Fronte della Gioventù fu aggredito il 13 marzo 1975 da un manipolo di Avanguardia operaia che gli sfondò il cranio a colpi di chiave inglese. Il pannello, posto a protezione del murale, è stato poi rimosso e ripulito.
Questo la dice lunga sul cima di tensione che si respirava ieri in città nella giornata per la commemorazione delle vittime degli Anni di Piombo, di destra e di Ramelli e Pedenovi, vittime di estrema destra, Gaetano Amoroso, di sinistra, tensione acuita dalla decisione del prefetto Renato Saccone di modificare il percorso del corteo antifascista delle 18,30, per evitare l'eccessiva vicinanza al presidio dei camerati delle 20 in piazzale Susa. Ci pensa il sindaco Beppe Sala intervenuto senza fascia alla commemorazione ai giardini di via Bronzino, a fare da pompiere: «Sono preoccupato e nessuno deve alzare la tensione, non è il momento. Il nostro è un paese che ha tanti problemi, da cui si viene fuori con la collaborazione e senza negare le responsabilità. La lapide in via Paladini è stata trovata imbrattata da vernice, mentre nei giorni scorsi alcune corone dedicate ai partigiani, deposte per le celebrazioni per la Liberazione, sono state incendiate - continua -. Questa è una pagina triste di Milano che non solo mi sembra giusto ricordare, ma che sento di voler essere qui a ricordare». Alla seconda commemorazione che si è, come sempre, tenuta in viale Lombardia, dove il 29 aprile 1976 venne ucciso Enrico Pedenovi, consigliere provinciale dell'Msi, Sala, per degli «impegni a Palazzo Marino», non ha presenziato, osserva l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato.
Parla di strumentalizzazione del ricordo del 18enne ucciso a colpi di chiave inglese da Avanguardia Operaia, la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani. «Ci sarà un corteo antifascista a cui prenderemo parte perché non accettiamo che per ricordare Ramelli ci sia una manifestazione dell'estrema destra in cui si farà apologia di fascismo, che è vietato dalla Costituzione. La morte di Ramelli è un'altra cosa rispetto al corteo di estrema destra». Milano Progressista ha depositato un ordine del giorno in consiglio comunale per sottolineare la «grande preoccupazione per il proliferare di atti, episodi, provocazioni (neo)fascisti» e «la strumentalizzazione del dovuto omaggio alla memoria di una vittima della violenza politica» con «una manifestazione non autorizzata apologetica del fascismo». Sul doppio pesismo del prefetto il centrodestra si indigna: «Quello che non si può fare è vietare un corteo - attacca il senatore FdI Ignazio La Russa -: vorrei vedere qual è l'ultimo corteo dei centri sociali che è stato vietato e l'ultima volta che c'è stato un incidente commemorando Ramelli». «Ricordo un ragazzo massacrato a sprangate per un'idea. La violenza non è mai la soluzione da qualunque parte arrivi per risolvere problemi o divergenze di idee» commenta il ministro dell'Interno Matteo Salvini. In piazzale Susa prima le tensioni. I manifestanti tentano di forzare il cordone delle forze dell'ordine, ci sono alcuni scontri, feriti lievi da entrambe le parti. Bloccati, a decine nel presidio alzano le braccia.
Non si sventolano simboli politici, solo il tricolore. Dopo un lungo stallo la trattativa con la Digos condotta da Carlo Fidanza, Marco Osnato, Paola Frassinetti, Viviana Beccalossi e la conclusione: i manifestanti possono procedere in piccoli gruppi verso via Paladini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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