Rapine in pieno giorno e inquilini ostaggio dei nomadi abusivi

Gli occupanti regolari delle case Aler di San Siro: «Siamo abbandonati, nessuno fa nulla»

Rapine in pieno giorno e inquilini ostaggio  dei nomadi abusivi

«Per favore, non scriva il mio nome. Sennò poi non posso più andare in giro»: una cautela che in questi palazzi Aler di via Morgantini, quartiere San Siro, non è dettata dallo scarso coraggio ma dallo spirito di sopravvivenza. L'inquilina ha 70 anni e vive sola in un appartamento di edilizia popolare. Non è certo la prima che denuncia le difficoltà dei condòmini dei civici 3 e 5 della via, stesso cortile. «Uno dei due stabili è quasi tutto occupato abusivamente - spiega -, sono più gli irregolari, soprattutto nomadi e immigrati islamici, degli abitanti che ne hanno diritto. Nell'altro ci sono quattro alloggi liberi e gli inquilini regolari sono terrorizzati di sentire le picconate di chi butta giù la porta. Noi anziani veniamo rapinati in pieno giorno e abbiamo paura ad uscire. La polizia? La maggior parte delle volte la chiamiamo, ma non viene».

Non c'è livore nel tono di voce di questa signora. Solo lo sconforto che sta per prevalere sulla voglia di farsi sentire. «Le racconto la mia esperienza. Quando ci accorgiamo di un'occupazione, chiamiamo le forze dell'ordine e l'Aler. Tra l'altro gli ispettori dell'azienda ci dicono che sono sotto organico e più di tanto non possono fare... Comunque fanno l'intervento, c'è lo sgombero e vengono sbarrate le porte con le lastre in metallo». Entro le successive 12 ore però l'incubo ricompare. «Tornano gli stessi abusivi - continua la 70enne - e con il piccone spaccano il muro intorno alla porta e scardinano le lastre. Entrano e lì restano indisturbati. Sanno ormai che non ci sarà un secondo intervento. L'Aler li fa cacciare una volta sola insomma».

Gli inquilini regolari si dividono tra sfiduciati e «rompiscatole». Aggiunge l'anziana inquilina: «Lo dico sempre ai miei vicini, a chi come me paga affitto e spese: Telefoniamo e denunciamo. Però loro giustamente mi rispondono che poi non succede nulla». L'ultima occupazione è di pochi giorni fa: «È morta una signora e la famiglia ha liberato l'alloggio e riconsegnato le chiavi. Dopo 48 ore dentro c'era un uomo spuntato dal nulla. La dirimpettaia ha fatto diverse chiamate per segnalarlo. Le hanno risposto con tono scocciato: Ma lei ha già telefonato quattro volte...». Gli sputi, gli insulti, le rapine e la paura. «Un paio di settimane fa un'anziana inquilina, che ha le gambe un po' malferme, è stata aggredita in cortile da tre uomini. Tornava a casa con le borse della spesa, erano appena le 7 di sera. In due l'hanno bloccata per le braccia e un terzo le ha strappato la catenina. In piazzale Selinunte c'è la polizia, ma alle 17.30 va via. Io però ho paura la sera. Non esco di pomeriggio, neppure per andare in centro magari a vedere una mostra. Perché ho timore a rientrare col buio».

Le denunce? «Non le facciamo quasi mai. Sarebbero contro ignoti... E poi ci sentiamo abbandonati, ormai a San Siro gli italiani sono solo anziani. Ci sentiamo noi i migranti». Gli abitanti del quartiere hanno un dubbio: «Forse c'è un accordo tra le istituzioni per lasciar correre sulle occupazioni. Così tutte queste persone irregolari non restano per strada».

Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia in Comune, su casi come questo fa interventi frequenti in Consiglio: «Ho anche inoltrato le segnalazioni alla Questura - spiega -. Ma in certe aree la situazione è fuori controllo. Servono sgomberi su larga scala».

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