Ventotto milioni di euro. Otto in più di quanto dichiarato dal centrodestra alla presentazione sono stati inseriti dalla giunta regionale nell'assestamento di bilancio per il referendum consultivo sulla Lombardia a statuto speciale. Approdo in aula a fine luglio. «Il grosso della cifra - denuncia il capogruppo Pd Enrico Brambilla - è postato sul 2015, anno in cui probabilmente la Regione ritiene di convocare i cittadini alle urne, pur sapendo che solo una modifica della Costituzione operata dal Parlamento con maggioranza qualificata e in doppia lettura, potrebbe portare a quel risultato». Per il governatore Roberto Maroni un modo per «fare della Lombardia qualcosa di non molto diverso dal ventinovesimo stato d'Europa», aveva detto al momento di annunciarlo raccogliendo l'adesione di Forza Italia, Fratelli d'Italia e della Lista Maroni il cui capogruppo, il professor Stefano Bruno Galli, ha lavorato al progetto di referendum istituzionale consultivo. Con Maroni che chiedeva regole «identiche a quelle dello Statuto siciliano del 1946: le tasse dei lombardi devono restare al 100 per cento nella regione e le aziende che hanno stabilimenti qui devono pagare le tasse non a Roma, ma in Lombardia».
Critico il Pd secondo cui «il referendum per l'autonomia è una mossa propagandistica della Lega, senza effetti pratici che i cittadini pagheranno a carissimo prezzo». Denunciando che «ci sono molti modi migliori per spendere quelle risorse, a partire dal fondo sociale regionale, destinato ai Comuni per le politiche sociali».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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