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Referendum sulla Scozia: unionisti in vantaggio

Due diversi sondaggi rivelano il vantaggio dei "no". Farage, contro l'indipendenza, attacca Cameron ed esorta la regina a "dire qualcosa"

Referendum sulla Scozia: unionisti in vantaggio

Gli unionisti tornano in vantaggio. Mancano ormai cinque giorni allo svolgimento del referendum sull'indipendenza della Scozia e i "no" sembrano aver riconquistato terreno. Secondo un sondaggio della società Survation per la campagna Better Together, il comitato degli unionisti, emerge che il 54% degli scozzesi è intenzionato a restare dentro il Regno Unito, mentre il 46% sostiene che la separazione sia la scelta migliore. Un altro sondaggio, questa volta del quotidiano britannico Guardian, dà i "no" in vantaggio con una distanza ancora più risicata: 51% contro il 49% dei "sì". Qualche giorno fa, invece, un sondaggio dava vincenti i sì con il 51% dei voti.

Intanto si è schierato contro l'indipendenza della Scozia anche Nigel Farage. Il leader dell'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito ed euroscettico, ha infatti esortato la regina Elisabetta a schierarsi apertamente contro gli indipendentisti affermando che la presa di posizione della sovrana "potrebbe essere utile". "Se lo stesso Regno Unito è in pericolo - afferma Farage - in molti modi potrebbero sostenere che la regina abbia la responsabilità di dire qualcosa. Siamo arrivati ​​a pochissimi giorni dalla consultazione e siamo ancora alla pari nei sondaggi. Personalmente ritengo che lei dovrebbe dire qualcosa". Farage attacca anche il premier britannico David Cameron: "Sono pienamente a favore di un sistema federale nel Regno Unito, abbiamo bisogno di un nuovo assetto costituzionale, ma una maggiore Devolution non è stata inserita sulla scheda elettorale. Con questo errore di valutazione Cameron ha rischiato il futuro dell'Unione".

Nelle ultime ore, inoltre, nella Gran Bretagna si è aperto un dibattito circa il controllo politico dei servizi segreti. Andrew Neal, professore dell'Università di Edimburgo, ha redatto un documento nel quale emerge come potrebbe essere difficile per i politici dell'eventuale nuovo Stato scozzese rimanere in cima alle attività dei servizi segreti.

Gli scozzesi, infatti, non si sono mai occupati dei servizi di sicurezza, essendo questi di competenza di Westminister, e potrebbero provocare eventuali falle nel sistema di intelligence.

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