Guerra in Ucraina

Regione, hub in Polonia per organizzare l'accoglienza profughi

La Regione sta organizzando un centro di smistamento per capire a monte i bisogni

Regione, hub in Polonia per organizzare l'accoglienza profughi

È stato convocato dal presidente della regione Lombardia Attilio Fontana per questa mattina un incontro con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti di Anci Lombardia, Upl, il Prefetto di Milano (quale coordinatore dei prefetti lombardi) e il coordinatore del Comitato, Guido Bertolaso «per un'informativa riguardante l'attività del Comitato regionale di Emergenza per la crisi in Ucraina». Obiettivo: dare un coordinamento più ampio alle attività di accoglienza dei profughi ucraini, sotto tutti i punti di vista. Se la competenza specifica per decreto governativo (l'872) è dei sindaci del territorio sotto il coordinamento delle prefetture, la regione intende assumere il ruolo di regia per organizzare al meglio l'accoglienza. Al momento, infatti, i numeri degli arrivi sono abbastanza esigui, e i primi rifugiati arrivati (1.660 tra Milano a hinterland al 10 marzo) sono già ospiti a casa di parenti e amici (alloggiati nei Cas 103 persone e una trentina a Casa Jannacci a Milano) ma il timore è che, stando alle previsioni del Governo possano arrivare in Italia 800mila persone, tra adulti e bambini, da distribuire tra le regioni. Per altri versi sono arrivate svariate disponibilità di alloggi e sistemazioni, di alberghi e strutture di accoglienza, appartamenti di privati e di enti del terzo settore e di famiglie disponibili ad aprire le porte della propria casa, da organizzare. A disposizione i Cas e i Sia della Prefettura e gli alloggi di edilizia residenziale, nel caso in cui i numeri dovessero aumentare esponenzialmente o la permanenza dei profughi dovesse prolungarsi nel tempo.

Non solo, sono previsti per oggi una serie di sopralluoghi da parte della Protezione civile regionale e della struttura del Comitato regionale per l'individuazione di spazi, dove allestire dei veri e propri campi profughi per concentrare in un'unica struttura il primo screening medico, le pratiche per il rilascio dell'Stp, il tesserino sanitario per stranieri temporaneamente in Italia o per l' inserimento scolastico, oltre a dare vitto e alloggio.

La strategia è conoscere a monte le esigenze e le tipologie di bisogni per poter organizzare l'accoglienza in modo efficace e per altro impedire eventuali infiltrazioni della malavita tra i confini. Regione sta pensando di mettere in piedi un centro di coordinamento in Polonia, dove transitano il 70 per cento dei profughi per organizzare uno screening a monte degli ucraini diretti in Italia: sapere chi sono, che esigenze sanitarie e di accoglienza hanno. Così è molto più semplice organizzare i trasferimenti perchè indirizzati a monte, e coordinare anche l'azione degli enti coinvolti. Un altro fronte sono i minori soli in viaggio che pongono un doppio nodo: l'accoglienza - l'affido anche temporaneo è regolato da leggi da adattare alla specifica situazione - e l'eventuale inserimento scolastico, oltre al tema sanitario.

A questo proposito domenica il governatore ha convocato un incontro del Comitato per l'Emergenza in Ucraina, coordinato da Guido Bertolaso, con l'equipe di Areu in missione in Polonia, nell'area di Rzeszów cui hanno partecipato la vicepresidente Letizia Moratti, l'assessore alla Famiglia Alessandra Locatelli e quello alla Protezione Civile Pietro Foroni. Il team scouting, composto da un medico, due infermieri (di cui uno di lingua madre) e tre autisti soccorritori, è stato inizialmente attivato per organizzare il triage e il successivo trasferimento di profughi con necessità di ricovero presso le strutture sanitarie della Lombardia e delle altre regioni italiane, in base alle specifiche patologie dei pazienti e alla disponibilità dei posti letto. «Ora, però, l'obiettivo - spiega il presidente - è gestire e organizzare in modo efficace e strutturato gli aiuti, in termini di accoglienza a 360 gradi, non solo sanitaria». È proprio questa struttura che potrebbe fare da ponte per il centro di coordinamento in loco e il comitato regionale.

Il Governatore ha poi lanciato un appello al Governo perchè «definisca con chiarezza il quadro all'interno del quale le Regioni devono operare e corrisponda al contempo anche le risorse per coprire i costi degli interventi. Ci devono essere indicazioni precise - ha sottolineato alla riunione con il Capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio - sul momento in cui la gestione dell'accoglienza passa dalle Prefetture e Comuni, così come previsto dall'ordinanza nazionale della Protezione civile, alle Regioni. Per garantire un'assistenza organizzata ed efficace dobbiamo agire con un programma strutturato, senza improvvisazione.

In questo momento stiamo assistendo a una rete spontanea di aiuti, da parte di associazioni e cittadini, che in caso di un numero sempre più crescente di profughi in arrivo, rischia di mandare in crash il sistema».

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