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Renzi "okkupa" i giardini Montanelli

Via libera della giunta alla festa dell'Unità nazionale, nonostante il parere contrario del Pd in Zona 1

Renzi "okkupa" i giardini Montanelli

Non è bastata la bocciatura compatta della Zona 1, partita dai verdi e votata giovedì sera in extremis da tutti i consiglieri del Pd (e ovviamente dal centrodestra), a fermare la festa dell'Unità ai giardini di via Palestro intitolati a Indro Montanelli che i comunisti li vedeva come il fumo negli occhi. Ci sarà, dal 25 settembre al 6 di settembre. Senza se e senza ma. Così hanno deciso ieri il Comune e la Sovrintendenza ai Beni culturali che si è accontentata di una riduzione del 15% dello spazio inizialmente richiesto, quindi il partito dovrà accontentarsi di 2mila metri quadri e un solo ristorante invece di due ha chiesto di capovolgere lo spazio del palco in cui si terranno comizi e tre concerti i (era previsto tra quattro aiuole, alle spalle del Planetario, e sarà piazzato dalla parte opposta), imposto di utilizzare solo il selciato di ghiaia ed attenersi strettamente al regolamento del verde, quindi distanza di 1,5 metri dagli alberi per ogni struttura prevista, che siano la libreria o gli stand sponsorizzati. Il Pd dovrà versare inoltre una fideiussione bancaria di 50mila euro come cauzione per coprire eventuali danni al verde e ai monumenti. Sulla protezione degli elementi del parco vincolati la Sovrintendenza è stata chiara: dovranno essere isolati dal pubblico. Tradotto: transennati o coperti e controllati a vista. La tassa di occupazione del suolo pubblico per tredici giorni di festa nel prestigioso giardino del centro dovrebbe aggirarsi introno ai 150-160mila euro, poco più di 10mila al giorno.

L'autorizzazione è arrivata dal comitato interassessorile riunito nella sede della sovrintendenza a Palazzo Reale dopo circa un'ora e mezza di dibattito. Assente per motivi istituzionali l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, hanno partecipato invece Carmela Rozza (Lavori pubblici), Franco D'Alfonso (Commercio), Marco Granelli (Sicurezza), Cristina Tajani (Lavoro) e Chiara Bisconti (Verde). E non è malizioso probabilmente immaginare che la giunta due giorni fa abbia rinviato apposta l'approvazione del nuovo Regolamento del verde pubblico in città, molto più restrittivo di quello in vigore. Con i nuovi paletti la festa Pd avrebbe dovuto traslocare altrove. Non è bastata, si diceva all'inizio, la mozione urgente approvata all'unanimità giovedì sera dalla Zona 1. Venivano portati ad esempio i casi del luna park e della panoramica bocciati nei mesi scorsi per non mettere a rischio il parco, si rimarcava l'«elevato flusso di visitatori, l'eccessivo transito di mezzi pesanti per il trasporto e l'installazione degli allestimenti, la necessità di deroga agli orari di apertura dei giardini (oggi alle 23.30), anche l'impatto negativo sul traffico nella zona. Conclusione: «La manifestazione lì è inopportuna». Un testo che gli assessori hanno riferito di non aver ricevuto e quindi potuto valutare. «Se dicono questo è offensivo - dichiara la capogruppo dei Verdi Elena Grandi -, il Pd in zona ha fatto un gesto coraggioso votando la mozione, il sì della giunta è gravissima e non passerà sotto silenzio, i movimenti ambientalisti si muoveranno». Previste raccolte firme o proteste. «Molto soddisfatto» il segretario Pd Pietro Bussolati, assicura che «sarà una festa “bomboniera“, di alto livello e più ridotta rispetto alle tradizionali edizioni nazionali, e siamo i primi interessati a tutelare il verde». Il consigliere Fdi Riccardo de Corato avverte: «Ogni danno che provocheranno non passerà sotto silenzio. Inviteremo residenti e associazioni a protestare e vigilare sui danni».

Il coordinatore delle Botteghe Storiche (Confcommercio) Alfredo Zini ammette che 13 giorni di sagra con birre e salamelle in pieno centro «toglierà lavoro ai locali che pagano le tasse e sono già danneggiati dall'apertura serale di Expo. La giunta poteva evitarlo, il Pd poteva proporre ai visitatori delle convenzioni con locali del quartiere».

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