«Nessuno sgambetto a Matteo Salvini e alla Lega, assolutamente. Tra emendamenti che andavano e tornavano alla fine c'è stata solo un po' di confusione». Il governatore Attilio Fontana ieri ha provato a minimizzare il flop in aula due sere fa: la «Risoluzione sulle misure contro i cambiamenti climatici» che aveva avuto in aula il parere favorevole dell'assessore all'Ambiente Raffaele Cattaneo è stata bocciata, mancavano all'appello dodici voti (segreti) della maggioranza. E le questioni nazionali, a sentire il giorno dopo le voci di corridoio, c'entrano in effetti ben poco. Oggi è convocata una riunione di gruppo della Lega e poi un vertice di maggioranza con Fontana, i nodi verranno al pettine. I beneinformati spiegano che l'accordo tra un'ala «ribelle» di leghisti e forzisti prevedeva inizialmente di far andare sotto la maggioranza su un paio di emendamenti, poi dai banchi del Carroccio è partito l'input di dare un segnale politico più forte, sul voto finale. Tre franchi tiratori di Fi, due di liste minori, sette del Carroccio.
In casa Lega i malpancisti farebbero riferimento all'ala «ortodossa», ma non solo. A parte le ambizioni di chi punta a un posto in giunta o nelle liste delle Europee (e contesta ad esempio l'ingresso ormai sicuro dell'outsider Silvia Sardone come indipendente, l'ex consigliera di Fi transitata nel gruppo misto), pesano le scelte dei direttori generali nella Sanità o dei revisori dei conti in Aler «calate dall'alto e senza consultare chi è stato eletto sui territori». E c'è chi manifesta una certa insofferenza nei confronti del capo della segreteria del presidente Fontana, Giulia Martinelli, ex compagna di Salvini. Tra loro i lumbard la chiamano «la Papessa», sostengono che ha «un potere di trattativa eccessivo in consiglio» e oggi cercheranno di capire se il governatore è sempre informato sui passaggi in aula. Nelle ultime settimane sarebbero arrivate mozioni concordate al tavolo tra Pd e capo segreteria ma mal digerite dagli ortodossi, le ultime sul Regolamento in materia di cimiteri. Non è un caso poi che la scelta di far saltare il tavolo sia caduta su un documento ambientale che faceva riferimento all'assessore centrista Cattaneo, «colpevole» di aver bocciato le nomine in sanità e nel mirino degli azzurri che vorrebbero prenotare la sua poltrona. In casa Fi si raccolgono malumori per la composizione della giunta, Fontana non sembra assolutamente intenzionato ad aprire il capitolo rimpasto prima delle Europee, e il voto che uscirà (anche) a livello locale servirà a ricalibrare i pesi.
Tra i forzisti c'è chi spinge per una sostituzione di Cattaneo, che non è stato eletto e l'ala centrista ha un solo consigliere in aula, e dell'azzurra Melania Rizzoli. E nella resa dei conti potrebbero finire anche i due assessorati a Fdi (che ha due consiglieri in aula).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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