La resa sul Palalido: «Viviamo alla giornata»

Il Comune non firma i contratti con le società interessate: «Non possiamo garantire che i lavori finiranno a settembre»

Chiara CampoUn consigliere democratico scherzando (ma non troppo) ha ammesso che forse sarebbe servita una benedizione a inizio lavori. il Comune non può ancora scrivere una scadenza certa sul cantiere del Palalido, telenovela infinita. Il progetto di un nuovo tempio del basket - da 5mila posti, a forma di astronave - in piazzale Stuparich era stato presentato ancora nel 2010 dall'ex sindaco Letizia Moratti, accanto a Giorgio Armani che voleva farne la casa dell'AJ. Invece, sotto la giunta Pisapia si sono accumulati ritardi su ritardi, e anche l'Aj ha deciso di rimanere ad Assago. Prima il ritrovamento di amianto («solo in parte prevedibile» si sono giustificati ieri i vertici di Milanosport in Commissione a Palazzo Marino) poi la cessione del ramo d'azienda per problemi economici da parte della società che si è aggiudicata l'appalto. E di nuovo uno stop ai lavori, con l'assessore allo Sport Chiara Bisconti in bilico tra proseguire con l'impresa o estrometterla e affidare i lavori del palazzetto a Mm. La prima via è stata più veloce ma ha esposto a nuovi ostacoli. Dopo un'accelerazione all'impianto che aveva fatto ben sperare (è stato montato anche il tetto) di nuovo problemi da parte di Ge.Co.Co. (che ha un capitale sociale pari a 10mila euro) a rispettare le scadenze e i pagamenti ai fornitori. Archiviata da tempo l'ipotesi di inaugurare il Palalido il prossimo 31 marzo, la scadenza scritta sull'ultimo cronoprogramma, la giunta a fine mandato non si sente di impegnarsi neanche su ottobre con le società che hanno mostrato interesse ad aprire il campionato nella nuova sede. «Procediamo giorno per giorno, inviando ordini di servizio all'impresa, l'unico strumento che abbiamo per accelerare. Ma tutto può succedere e non possiamo firmare contratti» alza le braccia. I lavori ad oggi «sono finiti al 60%», poco più della metà, l'obiettivo temporale rimane «inaugurazione a settembre-ottobre» ma chi vivrà vedrà, è sottinteso. «Non ci sentiamo per serieta di raccogliere contratti con date effettive» ribadisce. L'Armani ha salutato da un pezzo il Comune(«potrebbe usare gli spazi per gli allenamenti») ma c'è l'interesse dell'AltraMilano, la società di basket che sta rinascendo, di Urania Basket, del Power Volley MIlano. Richieste per manifestazioni spot di tennis, karate, anche l'Oktagon valuta un trasloco da Assago. E lo spazio sarà usato per concerti, ma salta già la prima stagione estiva a cui i promoter guardavano con interesse. Nel frattempo, è stato un flop anche il bando per il «naming» (base d'asta 400mila euro, possibilità di dare il nome all'impianto per due anni): si è presentato un solo marchio e i documenti non erano completi, MilanoSport ha riaperto l'asta fino al 16 marzo.

Il consigliere di Forza Italia Alan Rizzi, ex assessore allo Sport, allarga le braccia: «La giunta inzii almeno a calendarizzare le attività, o rischiamo di aprire e chiudere per assenza di attività». Basilio Rizzo della sinistra radicale chiede «chiarezza sui conti e sulle fidejussioni, se c'è stato un danno qualcuno deve pagare». La ditta appaltante ha versato 800mila euro a garanzia dei lavori.

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