Il ricavato della vendita di ogni libro aiuta i piccoli cardiopatici

Dalle luci natalizie di Brera a un letto d'ospedale: una fiaba può imporsi con tanta duplicità e dolcezza? Una fiaba è l'apparizione di un mondo e a Milano quest'anno appare in una vetrina. Settecento cd con le filastrocche di Nonnamore nella notte di Natale saranno sotto il cuscino di altrettanti bambini ricoverati nei reparti pediatrici della Lombardia. Questo l'impegno per il Natale 2014 di Emanuela La Morgia Montagni, che per l'associazione «Bambini cardiopatici nel mondo» rende concreta la fiaba.

Una fiaba. Il Natale. Due anticaglie da vecchia soffitta per molti. Al contrario, questa donna, un po' milanese e un po' svizzera, dichiara «d'avere il Natale nel sangue fin da bambina» e si batte affinché la magia di dicembre abbia il calore dei racconti di boschi, fate, gnomi, nevicate e silenzi. E a Brera tutti parlano della vetrina in via Madonnina, all'angolo con piazza del Carmine, che pare una visione di un racconto di Dickens.

«L'anno scorso ho vagato per Milano cercando uno spazio che tanti negozi, anche di pregio, mi hanno negato. Quest'anno ho deciso: ho affitato la vetrina dal 7 dicembre al 7 gennaio per far vivere quel Natale che non si riesce più a vedere» dice Emanuela. In una realtà in cui il 37% degli italiani fa un albero sintetico con quattro addobbini e via; in cui su Twitter la frase più dolce è: «Natale? Spero di addormentarmi il 24 dicembre e di svegliarmi il 7 gennaio», Emanuela La Morgia Montagni ha il coraggio di una pioniera.

Una carrozzina antica, un trenino ancora più antico, una macchina da scrivere e poi fate rosse e bianche ritagliate a mano e libri, libri, libri di filastrocche, come l'ultimo Bianca luna , sui quali cade per un effetto di luci una suadente nevicata.

Il ricavato dell'acquisto di ogni volume andrà all'associazione «Bambini cardiopatici nel mondo», ma Emanuela si batte per salvare il cuore malato dei piccoli quanto il cuore indifferente dei passanti, per i quali Natale è sinonimo di shopping, e tutte le vetrine sono infarcite solo per uno scopo: attirare alle compere, soprattutto in un periodo in cui è difficile far mettere mano ai portafogli. «Solo l'Italia è così. Le decorazioni sono fredde, ricche ma anonime, bizzarre ma studiate solo a scopi commerciali. L'avvento della natività è un mondo di fantasia antica che non deve scomparire».

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