«Con Forza Italia al 17% credo di aver fatto un miracolo ad avere più che ribaltato la situazione.
Colmare il gap non era semplice, ma c'è stato un effetto personale e questo fa ben sperare per il ballottaggio».
Così il sindaco uscente di Pavia, Alessandro Cattaneo, commenta il risultato delle amministrative nella sua città dove pur in testa, con il 46,68% sullo sfidante del centrosinistra Massimo Depaoli fermo al 36,44%, non è passato al primo turno e dovrà andare ora al ballottaggio.
«Inoltre - prosegue - c'erano nove candidati sindaci e sicuramente c'è stata anche una dispersione del voto».
Però Cattaneo, 35 anni a giugno, vicepresidente dell'Anci e soprannominato il «formattatore» perché fu tra i giovani a chiedere con forza un rinnovamento del Pdl, si dice «tranquillo». «Più di così non si poteva fare - sottolinea Cattaneo -. Ad altri ballottaggi del passato i sindaci arrivavano con una buona dose di voti di centrodestra dovuti alla piena del momento: si andava a votare più per affezione a Berlusconi che per altro. In questo caso chi è andato a votare ha votato me e sono dunque fiducioso che anche nel ballottaggio sarà motivato ad andare a votare».
Per Cattaneo, comunque, non va sottovalutata la base elettorale della sua città: «Pavia non è Milano - ricorda - io sono il primo sindaco di centrodestra: l'altra volta il Pdl era al 33,5% oggi è al 17,5% io ci ho messo 11-12 punti».
Dopo i risultati alle europee e alle amministrative, secondo Cattaneo, Forza Italia deve «riorganizzarsi e ripartire da chi è credibile. Serve rinnovamento e rilancio, oggi più che mai».
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