«Rinnoveremo l’accordo finché non si troverà una sistemazione»

«Rinnoveremo l’accordo finché non si troverà una sistemazione»

Alcune risposte sul caso della preghiera ospitata nei tendoni di Lampugnano, e soprattutto sui tempi e sugli oneri che l’operazione comporta, arrivano dal direttore del centro islamico protagonista dell’accordo con il Comune, Habdel Hamid Shaari (nella foto).
Il leader storico della comunità islamica di viale Jenner spiega che la preghiera sarà ospitata a Lampugnano finché «il Piano di governo del territorio non indicherà le aree a servizi» in cui poter individuare «un terreno o un immobile da destinare al nostro luogo di culto». Quanto ai tempi, Shaari parla di una proroga fino a giugno, e ha pochi dubbi: «La rinnoveremo di tre mesi in tre mesi».
Infine, per quello che riguarda i costi, Shaari è piuttosto riluttante a svelare i contenuti dell’accordo con Palazzo Marino. La cifra che paga o pagherà il Comune - dice - «deve essere chiesta al Comune». Precisa che il centro islamico prende a sua volta in affitto la struttura dal Comune per un costo di molto inferiore a quei 90mila euro a trimestre, ovvero la cifra di cui parla ufficialmente la giunta («90mila euro mi sembrano davvero troppi» dice).

«Noi - spiega il direttore dell’Istituto islamico - paghiamo un affitto di favore, siamo un’associazione e come tutte le associazioni abbiamo delle agevolazioni, vale per noi quel che vale per le altre onlus, noi fra l’altro - conclude - rappresentiamo alcune migliaia di persone».

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