Il ritorno di Morricone: «Non trattatemi da star»

Il ritorno di Morricone: «Non trattatemi da star»

Non c'è malore che lo possa fermare. Ha interrotto il concerto di Firenze - per un calo di zuccheri - ma poi lo ha ripreso e portato a termine triofalmente. Così il maestro Ennio Morricone stasera (giorno del suo 84esimo compleanno)si esibisce al Forum con la tournée nelle grandi arene con cui festeggia i dieci anni «della sua nuova vita artistica», iniziati il 28 settembre 2002 quando, all'Arena di Verona, tenne concerto nel luogo più grande, fino a quel momento, in cui avesse mai diretto la propria musica. Una tournée da rockstar ma il maestro, come sempre, si schermisce dicendo: «Sono un compositore, non una star, in fondo sono un semplice attore». Tutti lo imitano, persino rocker durissimi come i Metallica o Jack White e lui apprezza, pur avendo le idee fin troppo chiare sulla musica. «C'è troppa musica pop - racconta pacatamente - certo il pop ci vuole, ma bisogna dare più regole al mercato per lasciare spazio alla musica classica, o meglio assoluta e creare maggior equilibrio nei gusti del pubblico». Morricone non pensa che la musica classica sia in crisi perché ci sono pochi compositori e troppi esecutori. «È sempre stato così, anche oggi ci sono ottimi compositori, per citarne solo alcuni Piovani, Piersanti, Crivelli, Bacalov, Andrea Guerra, mio figlio Andrea. La musica contemporanea e classica ha un pubblico ristretto e quindi viene poco eseguita. C'è un problema di fondi; lo Stato non garantisce sovvenzioni e molti enti faticano a sopravvivere».
Il Maestro custodisce gelosamente la ricetta per mantenersi perfettamente in equilibrio tra musica da film e musica assoluta. Sarà la sua grande professionalità, sarà il suo passato di arrangiatore per le canzoni di Gino Paoli e di tantissimi grandi cantautori. «La musica da film e quella assoluta sono due espressioni artistiche che spesso si avvicinano senza mai sovrapporsi. Per fare musica da film devi sovrapporti all'opera di un altro, sei condizionato dalle immagini e soprattutto dalla visione del regista, mentre comporre musica assoluta permette di essere completamente libero». Approdò alle colonne sonore per caso («Non mi propongo mai, venne a cercarmi Luciano Salce nel 1961 per Il federale) e da allora quanti temi ha scritto, dai gialli di Dario Argento al fischio di Alessandro Alessandroni in Per un pugno di dollari, una delle melodie più note in tutto il pianeta.

Fino ad arrivare all'Oscar, cosegnatogli da Clint Eastwood.
E Leone? «È stato importantissimo per me, ma non bisogna fermarsi ai film western, la mia produzione è caratterizzata da film altrettanto importanti, dalla Battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo in poi».

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