Rutelli a Milano ma i cattolici lo lasciano solo

Molti curiosi, qualche fedelissimo e nessun volto a sorpresa alla presentazione del libro di Francesco Rutelli, «La svolta». L’aspirante fuoriuscito del Pd aveva lanciato un appello per l’appuntamento di questa mattina al Teatro Parenti, in modo da fare una prima conta degli interessati al progetto in terra milanese e lombarda.
Lo slogan è «né con la Lega né con Di Pietro», ma non risulta particolarmente accattivante tra gli sconfitti della mozione Franceschini. Patrizia Toia, ben votata europarlamentare cattolica e tra le più note sostenitrici locali dell’«io sto con Dario», si dissocia con forza: «Non sono allarmata come Rutelli e penso che continuerò a fare la mia parte con coerenza nel Pd. Semmai il mio appello a Rutelli, cofondatore, è perché resti».
La platea, più che di malpancisti del Pd, è composta da amici della Rosa bianca-Udc. In prima fila l’ex presidente della Cisl, Savino Pezzotta, Pierluigi Mantini e Enrico Marcora, alla sinistra dell’Udc.

Tra i presenti in sala il rutelliano Alberto Mattioli, ex vicepresidente della Provincia, Livio Tamberi, ex presidente della Provincia, Alberto Martinelli, preside della facoltà di Scienze politiche, il consigliere regionale Giuseppe Adamoli, già presidente della commissione Statuto, Battista Bonfanti, ex segretario regionale della Margherita. L’unica “stranezza” è Gianpiero Borghini: «Ma sono qui per il teatro...».

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