Sì a Canova, no a Arcimboldo «Ni» ai Bronzi e al Caravaggio

Continuano liti e trattative per traslocare capolavori a Milano Del Corno: «Io e Sgarbi siamo amici, a giorni ci incontreremo»

Sì a Canova, no a Arcimboldo «Ni» ai Bronzi e al Caravaggio

Dentro l'«Ebe» di Canova, fuori «L'ortolano» dell'Arcimboldo, semaforo giallo per i Bronzi di Riace e le «Sette opere della misericordia» di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio. Benvenuti al mercato dell'arte per Expo. Nelle ultime settimane ha fatto venire a galla i campanilismi più estremi. Ieri il Pd ha messo in croce pure il Vaticano, che ha avviato una trattativa con Ministero dei Beni culturali e la congregazione del Pio Monte della Misericordia di Napoli per prestare le «Sette opere della Misericordia», dipinto tra 1606 e 1607 dal Caravaggio, alla Caritas per il padiglione che allestirà nel 2015 a Rho-Pero. Ma il deputato Pd Giovanna Palma ha parlato di un «tentativo di scippo al popolo napoletano» e di «un'incuria amministrativa» imputata al sindaco Luigi De Magistris. É caduto dal cielo il sovrintendente del Pio Monte, Gianpaolo Leonetti: ha spiegato che il quadro in Italia è già andato quattro volte in prestito, una anche a Parigi, ed esporlo nel padiglione Caritas gestito anche dal vaticano e dalla Curia di Milano, all'ingresso dell'area Expo, «avrebbe come contropartita la creazione di un istituto per la degenza dei malati terminali». «Ha ragione il ministro Dario Franceschini - prosegue Leonetti - quando sostiene che i visitatori di Expo devono essere invogliati a proseguire il viaggio lungo la penisola alla scoperta delle eccellenze culturali ed enogastronomiche, ma mi chiedo quale sarebbe il ritorno per Napoli se le tele venissero trasferite a Milano».

Vittorio Sgarbi in veste di ambasciatore Expo per la Cultura ha già sollevato un polverone sul prestito dei Bronzi di Riace dalla Calabria, Il commissario unico del 2015 Giuseppe Sala ha ammesso che «possono essere una buona opportunità, se c'è, però bisogna saperlo. Non credo in operazioni dell'ultimo momento, credo che questo dibattito debba finire in pochissimi giorni, sennò concentriamoci su altre cose». Dal braccio di ferro sui Bronzi alla «Gioconda» disegnata da Botero, l'arte per Expo più che un dibattito ha aperto un'accesa polemica tra Comune e Regione (Sgarbi è stato nominato dal governatore Roberto Maroni). L'assessore milanese alla Cultura Filippo Del Corno ora lancia messaggi di pace: «Ho già parlato con Sgarbi, siamo amici, ci vedremo la prossima settimana. Meglio una coopetizione che una competizione per Expo, dobbiamo collaborare e non “sparare“ ogni giorno sui prestiti, altrimenti rischiano di andare a monte anche altre trattative già in corso». Pare che un prestito importante da Firenze sia tornato in bilico dopo il caos mediatico delle ultime settimane. E Del Corno fa presente che «dalla mostra su Giotto a quella su Leonardo, avremo opere dal British Museum ai più grandi musei che non annunciamo singolarmente, ma saranno di grande importanza».

Tant'è, Sgarbi ieri ha potuto festeggiare un «affare fatto» con il sindaco di Forlì.

«Con grande spirito civico e in contrasto con un'infantile campagna campanilistica di molte amministrazioni pubbliche - ha premesso -, si è detto disponibile a far esporre ad Expo l'Ebe di Canova». E Maroni, parlando al Meeting di Cl, ha assicurato che «al di là di scaramucce come quella sui Bronzi, per Expo con il Comune e tutte le istituzioni c'è una più che leale collaborazione». Se lo dice lui.

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