Sì al voto per riaprire le case chiuse

Sì al voto per riaprire le case chiuse

Via libera alla proposta della Lega che chiede un referendum abrogativo della Legge Merlin per togliere la prostituzione dalle strade riaprendo le case chiuse. Con la possibilità di palazzi o interi quartieri a luci rosse in cui le prostitute possano essere tassate e sottoposte a controlli sanitari. A votarlo il consiglio regionale con 41 sì tra cui quello del governatore Roberto Maroni e 29 no dai banchi di Pd e Lista Ambrosoli. Compatto il centrodestra (Lega, Lista Maroni, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Pensionati) da cui si sono sfilati solo gli «alfaniani» di Ncd. Voto segreto e maggioranza assoluta necessaria superata per un solo punto grazie al Movimento 5 stelle che si è detto favorevole ad affidare la decisione a una consultazione popolare. Anche se alla fine nasce un giallo, perché il capogruppo di Forza Italia Claudio Pedrazzini li accusa dicendo che «se i numeri sono una scienza esatta, qualcuno ha cercato in modo vergognoso di fare il furbo».
Ma per il referendum servirà che la stessa richiesta venga votata da altri quattro consigli regionali. «Dobbiamo abrogare una norma che dopo 60 anni è superata e inefficace - dice il primo firmatario Massimiliano Romeo (Lega) - La legge Merlin viene costantemente aggirata, basti pensare ai centri massaggi cinesi o agli annunci internet e sui quotidiani. Per non parlare poi del far-west della prostituzione di strada, dove domina la violenza dei racket criminali dell'est Europa». Per Pedrazzini «in Lombardia vogliamo smettere di nascondere la testa sotto la sabbia. Far finta di non vedere è un modo diverso di essere complici». Perché «le ragazze numerose e giovanissime sui marciapiedi non sono prostitute, ma schiave che vivono sotto l'incubo di minacce e ricatti». Spiega il voto contrario di Ncd Mauro Parolini: «Anche se l'intenzione fosse quella lodevole di liberare lampioni e marciapiedi e aiutare le donne, non si raggiunge con questo referendum». Per il M5S ha preso la parola Paola Macchi sottolineando l'importanza dell'istituto referendario. Per Umberto Ambrosoli i grillini «si sono lasciati contaminare dal virus del compromesso». Poi il voto segreto contestato da Fi. «Maroni - ha attaccato il capogruppo del Pd Enrico Brambilla - deve ringraziare il soccorso del Movimento 5 Stelle, con questa maggioranza ballerina non arriverà al 2018». Perché «senza la stampella dei consiglieri grillini oggi la Lega avrebbe incassato due sconfitte pesanti, con un rovescio sul referendum per le case chiuse, mero argomento di campagna elettorale del Carroccio. Peccato, sarebbe bastato poco ai 5 Stelle per dimostrare di essere un'opposizione credibile». Il riferimento è anche alle modifiche al Testo unico lombardo sull'agricoltura non votate ieri e rinviate in commissione.

Di una «giusta battaglia di civiltà e non uno spot da campagna elettorale» parla invece il capogruppo della Lista Maroni Stefano Bruno Galli. Favorevoli Giulio Gallera (Fi) e Riccardo De Corato (Fdi) alla «revisione di una legge che per troppi anni ha favorito la malavita attorno alla prostituzione».

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