Cronaca locale

Sala al governo: "Meno discussioni e aiuti rapidi"

Il sindaco: "Sta montando la crisi". E i sindacati criticano i ritardi sulla cassa integrazione

Sala al governo: "Meno discussioni e aiuti rapidi"

«La politica è chiamata a una prova della verità delle sue capacità immediate. É necessario essere rapidi e evitare troppe discussioni, cosa che purtroppo stiamo vedendo, perchè il Paese ha bisogno di sostegni subito». É il messaggio che il sindaco ha lanciato ieri mattina al governo dopo i continui stop and go al decreto battezzato prima aprile, poi maggio e poi «Rilancio». Nel videomessaggio quotidiano su Facebook Beppe Sala ha sottolineato che la fase 2 «sarà certamente molto, molto difficile, e la crisi economica sta montando. Il dibattito si sposterà purtroppo su disoccupazione, tensioni sociali, aiuti del governo alle famiglie alle imprese» che, appunto, sono in crisi e non possono attendere le prove di forza tra M5S, Pd e renziani.

Dell'effetto Covid sull'occupazione a Milano e soprattutto dei ritardi nell'assegnazione della cassa integrazione ai lavoratori che sono fermi da marzo si è discusso ieri in Commissione comunale, presenti il segretario cittadino della Cgil Massimo Bonini, della Cisl Carlo Gerla e della Uil Danilo Margaritella. Il primo in particolare ha ricordato che già a fine 2019 aveva segnalato una preoccupazione, «aumentavano i posti di lavoro nell'area milanese ma calavamo quelli stabili, si trattava soprattutto di contratti a termine», quelli che ora sono a rischio rinnovo. E quasi il 60% degli abitanti ha un reddito sotto i 26mila euro. Se per i dipendenti c'è il divieto di licenziamento per 5 mesi, per i lavoratori indipendenti, partite Iva, parrucchieri, occupati nei centri benessere e palestre stimiamo entro fine anno riduzione di fino al 30% dei posti». E «il problema di estenderà ai dipendenti quando termineranno gli ammortizzatori». Il decreto del 23 marzo ha consentito di lavorare a «500mila persone nell'area metropolitana, quello del 26 aprile a 1,2 milioni». I sindacati denunciano però i «ritardi nel pagamento della Cig, con forti ricadute sociali». Anche Gerla è «preoccupato per la tenuta della coesione sociali, molti attendono da due mesi le indennità, non hanno ricevuto ancora un euro».

Margaritella sottolinea che la fascia dei giovani sarà quella «coinvolta da maggiore incertezza nei prossimi mesi, bisogna ragionare su un modello di apprendistato che possa garantire loro e i lavoratori subordinati».

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