Sala "minimizza" i Daspo E il Pd cancella pure l'accattonaggio molesto

Il sindaco deve tenere e disinnesca il caso: «Su questo non mi interessa l'unanimità»

Sala "minimizza" i Daspo E il Pd cancella pure l'accattonaggio molesto

Vorrei ma non posso. Sintesi (forse) del Sala-pensiero dopo il tentativo di imprimere una svolta «modello Lega» nella gestione della sicurezza in città e recuperare voti a sinistra. Lunedì ha convocato addirittura una giunta straordinaria per approvare la delibera che modifica il Regolamento di polizia locale ed estende le aree di applicazione dei daspo urbani, consentiti dal decreto Minniti del 2017 ed estesi da Salvini.

La misura che già un paio di mesi fa il sindaco aveva promesso per dare una stretta al fenomeno delle carovane rom (facendo saltare già allora sulla sedia i suoi) ha aperto crepe nella maggioranza. Sala ieri ha preso quasi le distanze dal suo provvedimento urgente e per essere certi che almeno tutto il Pd voterà a favore, ieri è stato levato ogni accenno agli «accattoni molesti». La discussione in aula si è aperta ieri e il voto è atteso per oggi, anche se sono stati presentati 182 emendamenti (una trentina di Forza Italia, la maggior parte della Lega). Già dal mattino il consigliere di Milano Progressista ha pubblicato su Facebook una foto col collarino (che sta indossando per problemi di salute) con la scritta «No daspo» e l'avvertimento: «Sempre più convinto che la giunta che sostengo stia facendo un enorme errore. Oggi io e gli altri consiglieri del gruppo lo diremo forte e chiaro in aula». E il sindaco a margine di un'uscita pubblica a mezzogiorno ha chiarito (ai suoi) che «finora a Milano i nostri dati sono tali da dire che il Daspo non serve a nulla», ne sono stati confermati 10 dal 2017, con la modifica al regolamento di polizia urbana che estenderà gli ordini di allontanamento per 48 ore e una multa da 100 a 300 euro (che sale in caso di inadempienza) nei confronti di venditori abusivi, persone in stato di ebrezza, «persone che con il loro comportamento rendono difficoltosa o addirittura impediscono la fruizione di aree», e qui rientrano ad esempio rom e caminanti, «proviamo a vedere se può diventare più efficace. Ci muoviamo facendo dei tentativi. Non siamo certi che diventerà più efficace ma vogliamo provarci. Certamente non è una cosa muscolare questa ma di buon senso. Stiamo semplicemente dicendo che bisogna restituire alcuni luoghi della città ai cittadini quando sono occupati da persone moleste o che si appropriano dello spazio. É un principio di pura legalità, non stiamo dicendo che se uno chiede l'elemosina lo sposteremo». Ma ribadisce che alla questione «si sta dando più peso di quello che ha. E sono l'ultimo a pretendere che si sia sempre d'accordo su tutto nella mia maggioranza. I distinguo politici esistono e la politica è fatta per questo. Non drammatizzo perché attribuisco al tema del Daspo un'importanza abbastanza relativa». Milano Progressista rilancia il «liberi tutti» sui social, puntando l'accento sulla scarsa utilità del provvedimento. Nella commissione di due ore che si riunisce prima dell'aula non mancano tensioni tra la vicesindaco Anna Scavuzzo, i consiglieri di Milano Progressista e l'esponente di Milano in Comune Basilio Rizzo che si definisce «infuriato» perchè «si lancia un messaggio anti solidale nei confronti dei clochard e il sindaco tende pure a definirla una misura minimalista, come se fosse un provvedimento da nulla, su cui abbiamo scherzato». I consiglieri in trincea sottolineano ad alta voce il passaggio delle relazione tecnica che cita tra la casistica che crea problemi in centro i «clochard con ingombrati masserizie, tende e giacigli che utilizzano in modo improprio l'arredo urbano». Un passaggio contestato anche da Carlo Monguzzi, nella riunione di gruppo che si tiene mezz'ora prima della seduta per fare quadrato convince. Viene presentato un emendamento che elimina ogni riferimento agli «accattoni molesti», tutto il Pd diventa a favore. Anche se Scavuzzo aveva difeso quel passaggio: «Non mi vergogno della delibera e nessun mendicante sarà cacciato, ma se impedisce il passaggio a luoghi pubblici o se in via Turati di notte ci sono 50 clochard che si tirano bottiglie e la gente protesta, non posso girarmi dall'altra parte».

Deciso il centrodestra,. Il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale e il consigliere Alessandro De Chirico difendono e allargano i Daspo «contro clochard molesti, venditori abusivi di alcolici, spacciatori, prostituzione, campi rom abusivi».

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