Cronaca locale

Sala a Salvini: "Manda agenti". Il vicepremier: "È distratto"

L'ex manager silura Toninelli sulla Tav: qualunquista Il leader sogna un uomo della Lega a Palazzo Marino

Sala a Salvini: "Manda agenti". Il vicepremier: "È distratto"

É un match a distanza. Beppe Sala incontra a colazione i cittadini del quartiere Dergano e a chi contesta i pusher che invadono i giardini Pagani o i troppi vigili rintanati negli uffici ribatte che «quando ci sono problemi di sicurezza ci prendiamo sempre noi le colpe, ma qualcuno di rivolga anche al ministro dell'Interno Matteo Salvini e alla Lega. I ghisa si occupano di sicurezza in minima parte. Abbiamo circa 12mila uomini tra vigili, carabinieri, polizia, esercito. É arrivato il momento che i cittadini capiscano che c'è un ministro milanese che è venuto qualche mese fa in prefettura, ha promesso di mandare più forze dell'ordine a Rogoredo, ha le leve per farlo ma non ha mantenuto la parola, gli agenti non sono mai arrivati». Matteo Salvini ribatte all'ora di pranzo dall'hotel Principe di Savoia, dove l'associazione Amici della lirica gli ha organizzato una festa di compleanno, che «entro il 2019 confermo che arriveranno a Milano gli uomini promessi, se il sindaco è distratto mi dispiace per lui». E aggiunge che «intanto sono arrivate decine di militari in più che la sinistra voleva togliere dalle strade, ricordo che voleva cancellare l'operazione Strade sicure». Il ministro puntualizza infine a Sala che «purtroppo per anni i suoi compagni di sinistra hanno bloccato le assunzioni, noi assumeremo 8mila agenti quest'anno, ci sono i tempi per formali, addestrarli e poi per metterli in strada. Per le loro giuste lamentele i milanesi si rivolgano quindi a chi c'era prima». E mentre i 250 invitati alzano i calici per brindare ai suoi 46 anni, il leader della Lega si fa un augurio: «Prima o poi ci toglieremo la voglia di dare un sindaco della Lega anche a Milano».

Sala non lo cita ma riserva un siluro anche al ministro alle Infrastrutture M5S Danilo Toninelli che settimane fa aveva archiviato la Tav sostenendo che «a Torino serve di più una seconda linea della metropolitana che fare un buco nella montagna. E chi se ne frega di andare a Lione». «Siamo tutti ansiosi di capire cosa succederà sulla Tav - premette il sindaco -, ma io che sono un maniaco dello studio trovo irritante questo momento storico perchè la qualunque, gente che non ha studiato, si permette di venire a darci lezione. Una delle cose più strane che sento dire è che noi non abbiamo bisogno di quel progetto ma dobbiamo dirottare i fondi da un'altra parte. Nessuno può destinarli ad altro, sono fondi europei vincolati e se non li prendiamo per realizzare l'Alta velocità li prenderanno altri, probabilmente non in Italia. Se la politica vuole dare dimostrazione di saper fare qualcosa, non parlo di me ma in generale, deve anche schierare persone che nella vita hanno dimostrato di saper fare qualcosa».

Continua infine la battaglia del sindaco contro il decreto Salvini che vuole dare una stretta agli arrivi dei profughi in Italia. Dopo la marcia del 2 marzo a Milano ora Sala e gli assessori «nel tempo libero» andranno in tour nel resto del Paese per «partecipare a iniziative analoghe e diffondere il modello Milano, ho già ricevuto due inviti per cortei a Venezia e Eboli ma non potrò partecipare, se lo organizzerà come sembra anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ci andrò di sicuro».

E torna a chiedere ai cittadini «di partecipare alla vita politica, il civismo è importante».

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