Dal Salone a Expo, il ricatto scioperi

Dal Salone a Expo, il ricatto scioperi

Un rebelott. Questo, milanesemente parlando, è lo scenario su cui - a poco più di un anno dall'inaugurazione dell'Expo 2015 - ha sollevato il velo lo sciopero di domenica del trasporto ferroviario locale, che ha precipitato nel caos molte migliaia di reduci dal Salone del Mobile. Se il Salone di quest'annoi era la prova generale (e in miniatura) dell'Esposizione universale dell'anno prossimo, c'è da stare poco allegri. Perché si è appurato che appelli patriottici a salvare l'immagine di Milano e del paese rinviando le rivendicazioni contrattuali non trovano terreno fertile in grosse fette del sindacato e dei lavoratori.
Dal punto di vista degli accordi di pace, la situazione è in alto mare. Cinque anni fa, al momento di avanzare la candidatura di Milano per l'Expo, i sindacati confederali sottoscrissero un impegno piuttosto generico con il sindaco dell'epoca, Letizia Moratti, che riconosceva l'eccezionalità dell'evento e garantiva di evitare situazioni di conflitto eccessivo. Il protocollo non è mai stato tradotto in accordi specifici. Così ora il Garante per gli scioperi Roberto Alesse ha scritto un po ' a tutti (sindacati, aziende, sindaco, prefetto eccetera) richiamando al senso di responsabilità: «rivolgo l'invito formale a siglare sin da subito una “tregua sindacale” che conduca ad individuare le date più significative in cui durante il semestre europeo e l'Expo 2015 non sia possibile proclamare scioperi nei servizi pubblici più significativi». Alesse cita come precedenti di moratoria il Giubileo del 2000 e le Olimpiadi invernali del 2006 a Torino.
Il Garante parla di «date più significative», e sembra quindi ritenere impraticabile una tregua generalizzata che copra tutta la durata di Expo 2015. Ma il problema vero è l'accoglienza che i destinatari daranno all'appello. La parola finale spetta al Prefetto di Milano, cui l'anno prossimo - se la tregua non venisse stipulata o se qualcuno provasse a violarla - spetterebbe la facoltà di precettare gli eventuali scioperanti. Come si comporterà il prefetto Francesco Paolo Tronca, alle prese con questo grattacapo? In corso Monforte, dallo staff di Tronca, fanno sapere che la lettera del Garante è arrivata da poco, e che «gli uffici stanno analizzandola, poi il lavoro verrà sottoposto al Prefetto per le sue determinazioni». Insomma, si vedrà. E la stessa risposta arriva dalla Cgil trasporti: «Fino a pochi giorni fa siamo stati impegnati con i nostri congressi - spiega Gaetano Sciortino, della segreteria del trasporto locale - e francamente non abbiamo ancora aperta una riflessione al nostro interno, anche se abbiamo letto anche noi la lettera del Garante e presto enti locali e aziende ci chiederanno di aprire un tavolo di trattativa».
Insomma, nessuno si sbilancia.

La sensazione è che il protocollo firmato con la Moratti sia servito solo a tranquillizzare il Bureau, ma nessuno se ne consideri davvero vincolato. Anche perché, se va avanti così, all'Expo si arriverà senza che il contratto del trasporto pubblico sia stato rinnovato. E allora saranno dolori.

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