Sindacati e dipendenti in trincea al San Raffaele. Anche di notte. Il blitz dell'azienda ospedaliera in mano a Giuseppe Rotelli, che nelle ultime ventiquattro ore ha deciso di falciare 244 lavoratori del gruppo fondato da Don Verzè, non poteva che scatenare l'ira di lavoratori e organizzazioni sociali.
E dopo una riunione in mattinata in aula sindacale, ecco che le rappresentanze sindacali unitarie hanno proclamato un presidio permanente. «Una forma di lotta - spiega la delegata dell'Rsu, Margherita Napoletano - che accompagnerà tutta la trattativa». Per lunedì è stata convocata infatti l'assemblea del personale, mentre i sindacati dovranno rispondere alla lettera dell'amministratore delegato, Nicola Bedin, nell'arco della prossima settimana. Dopo di che si va dritti al tavolo delle trattative, alla presenza di un rappresentante del ministero dello Sviluppo.
Obiettivo della protesta, dice la sindacalista, è far ritirare la procedura di licenziamento e al tempo stesso salvaguardare l'eccellenza dell'ospedale. «Quello dell'azienda è un attacco frontale», pertanto saranno valutate tutte le forme di lotta necessarie per fermare i tagli, tra cui lo sciopero, come avvenuto nelle scorse settimane. A dire il vero l'azienda ha dimezzato i licenziamenti rispetto ai piani iniziali: in un primo momento infatti si parlava di 450 esuberi.
Più da vicino, il piano varato dal vertice del San Raffaele punta ad un risparmio di circa 10 milioni derivante dal taglio dei 244 dipendenti. Medici e dirigenti non saranno messi in discussione, mentre la riduzione dell'organico, secondo i sindacati, riguarderà tutte le unità operative dell'ospedale (amministrativi, tecnici, infermieri, assistenza ai pazienti ecc.) di almeno un 10%.
Per agevolare il dialogo tra le parti l'assessore regionale alla Sanità Mario Melazzini ha proposto di organizzare un tavolo regionale per confrontarsi e al quale far sedere anche i medici. Ma la sua offerta è stata rifiutata.
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