San Raffaele, spunta il piano B per non licenziare medici e impiegati

Si apre uno spiraglio nella vicenda San Raffaele. O almeno, si intravede un piano B per salvare i posti di lavoro di medici, infermieri e personale. Ieri, durante la trattativa tra sindacati e vertici dell'amministrazione, è stata avanzata una proposta per sistemare i bilanci (il debito accumulato nei primi 5 mesi dell'anno ammonta a 21 milioni) ma senza tagliare i posti di lavoro. Sacrificio annunciato come inevitabile nella lettera che il cda aveva inviato ai rappresentanti sindacali a luglio. Ora si tratteggia un'altra via d'uscita.
Piuttosto che licenziare, i sindacati chiedono di ritoccare gli stipendi. Purché si metta mano anche alle buste paga dei dirigenti amministrativi e sanitari, non solo di chi è in corsia. In questo modo si potrebbero evitare le riduzioni del personale. Il sacrificio sarebbe insomma «più equo e distribuito». Toccherebbe tutti blandamente (e, in teoria, temporaneamente) ma senza lasciare per strada nessuno.
Prima di procedere con una proposta ufficiale, i sindacalisti chiedono di analizzare i costi dell'azienda ospedaliera per vedere sotto che voce sono concentrate le spese più alte e in che settore si potrebbe intervenire.
Nel frattempo il consiglio di amministrazione nei prossimi giorni valuterà se il piano suggerito dai sindacati è effettivamente realizzabile. Se permetterà cioè di ottenere lo stesso risultato dei tagli all'organico. La priorità - piuttosto urgente - resta quella di risparmiare e di arrivare a coprire il debito. I consiglieri di Giuseppe Rotelli sono al lavoro e durante la riunione convocata per martedì prossimo si pronunceranno sul da farsi. O almeno diranno se l'ipotesi è percorribile o meno.

In ogni caso si è rotto il muro contro muro delle scorse riunioni e sul tavolo ha preso forma un'ipotesi su cui lavorare. Da limare, da correggere, certo, ma pur sempre su cui confrontarsi. Altro nodo da analizzare è quello della riduzione dei finanziamenti pubblici.

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