Sanità, tempi stretti per la riforma

La legge di bilancio rischia di farne slittare l'approvazione. Gelmini difende il ruolo di Mantovani

Tempi stretti in consiglio per la riforma della Sanità su cui è in pressing il presidente della Regione, Roberto Maroni. Per chiudere entro luglio, come vorrebbe Maroni, la legge dovrebbe essere approvata in aula nei giorni del 14, 15 e 16 luglio e, vista la delicatezza dei temi, i conflitti tra Forza Italia e la Lega, l'opposizione pronta a salire sulle barricate degli emendamenti, la certezza dell'approvazione è lontana. Ieri alla seduta della commissione Sanità è arrivato anche il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, e c'è chi l'ha visto controllare l'agenda con aria non del tutto sicura. Il problema è infatti l'approvazione del bilancio: la legge andrà in aula il 28 e 29 luglio e nei 15 giorni precedenti non è possibile convocare il consiglio. Questo spiega perché in tanti considerino alto il rischio di slittamento del provvedimento, forse addirittura all'autunno.

Maroni è tornato a difendere l'assessorato unico come «una scelta su cui non si torna indietro», perché così fanno Veneto e Liguria. Forza Italia in realtà non è contraria: teme però che Maroni voglia sottrarre l'assessorato al vicepresidente azzurro, Mario Mantovani. Questa è la ragione per cui Fi non intende ritirare l'emendamento prima di aver ricevuto rassicurazioni in tal senso, nonostante la minaccia di Maroni di «mandare tutti a casa». Dice la coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini: «Vogliamo l'assessorato per Forza Italia e lo vogliamo per mantovani». Oltre tutto, in Forza Italia sono perplessi sull'idea di introdurre per legge l'assessorato unico, dal momento che già lo statuto consentirebbe al presidente della Regione di accorpare Salute e Sociale. Altro nodo politico rimane la super Asl regionale.

In commissione ieri sono stati approvati i primi 5 articoli (sui 30 complessivi). A questo punto, la Commissione tornerà a riunirsi altre quattro volte, a tappe forzate, con l'obiettivo di chiudere il primo luglio. «Sono tempi ristretti ma obbligati - ha detto il relatore Fabio Rizzi - per consentire l'esame e il voto finale dell'aula».

Carlo Borghetti, a nome di Pd e Patto Civico, ha espresso contrarietà: «Anche noi vogliamo fare la riforma velocemente, ma vogliamo farla bene. Ne va della salute dei nostri cittadini. Purtroppo però la maggioranza sta solo creando un grande pasticcio, costruendo una legge pezzo per pezzo e di giorno in giorno, senza consentirci di portare un contributo serio e concreto». Borghetti aveva chiesto che la maggioranza definisse un proprio testo condiviso e che poi concedesse all'opposizione un tempo per riflettere e presentare emendamenti.

Ancora più pesante Sara Valmaggi, vicepresidente del consiglio regionale, Pd, che definisce «indecente» la proposta Rizzi. Pronta alla battaglia anche Paola Macchi, del M5Stelle: «Inaccettabile che un provvedimento così importante, il più importante di questa legislatura, venga liquidato in sole cinque sedute di commissione».

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