Maria Sorbi
Assieme al toto nomine della giunta Sala, c'è un altro «toto» che scuote la politica. È quello che riguarda il nuovo assessore alla Sanità della Regione Lombardia. Ieri il presidente lombardo Roberto Maroni ha partecipato al suo ultimo Consiglio regionale come titolare delle deleghe e annuncia per venerdì la nomina del suo successore. «Giovedì sarò a Roma, poi procederò con l'ufficializzazione dell'incarico».
Ma da qui a venerdì si consumeranno ore di fuoco. Il clima in Regione e dintorni è tutt'altro che sereno e, soprattutto dopo i risultati elettorali, è scaldato da diatribe interne difficili da far quadrare. La maggioranza dei consiglieri di Forza Italia, che ieri sera si sono riuniti in un incontro post Consiglio, hanno deciso di chiedere a Maroni di allargare la giunta con un assessorato in più, promuovendo uno di loro. Una pretesta legittimata dai risultati appena ottenuti alle amministrative. In alternativa, gli Azzurri chiedono che al nuovo assessore alla Sanità sia affiancato un super tecnico di alto livello.
Riassumendo la telenovela assessore: sfuma definitivamente il nome di Viviana Beccalossi (Fratelli d'Italia), già assessore al Territorio, che Maroni avrebbe fortemente voluto pur non appartenendo alla Lega. A frenare la sua nomina, oltre al subbuglio di Forza Italia, è stata anche la debacle del suo partito alle comunali. Uno dei papabili per l'assessorato più «ricco» della Regione è Giulio Gallera, già assessore al Reddito e autonomia. Il suo nome, che fino a ieri sembrava certo, viene messo in discussione da parte dei suoi colleghi di banco: le perplessità più grosse sulla sua nomina nascono proprio all'interno del suo partito, Forza Italia. Se da un lato Gallera pare aver trovato l'accordo con l'altro collega in pole position, Fabrizio Sala, tra gli Azzurri c'è chi preferirebbe un assessore «esterno». Tanto che spuntano le candidature di Alberto Zoli, direttore di Areu (emergenza-urgenza) o di Luca Bernardo, direttore di Pediatria al Fatebenefratelli.
Il dibattito è più che aperto. Il presidente lombardo Maroni infatti è stato chiaro. E ha ribadito che l'assessore avrà un profilo politico, non tecnico. Per lui la fase dei candidati tecnici e civici è finita con Stefano Parisi. Punto. «Chi fa politica deve essere un politico. Solo il politico ha la visione d'insieme e sa prendere certe decisioni con una visione sul progetto complessivo. È la differenza che passa fra Christo e un critico d'arte. Uno crea, fa arte, l'altro interpreta». Il governatore, in ogni caso, esclude il rimasto di giunta. La richiesta di Forza Italia di affiancare un super esperto all'assessore potrebbe essere il giusto compromesso tra l'incarico «politico» e «tecnico».
C'è chi non esclude nemmeno che ci possa essere una suddivisione del maxi assessorato voluto dalla Riforma.
Cioè, potrebbe esserci una suddivisione tra la Sanità e l'Welfare e quindi rendere meno pesante il bilancio economico da gestire sotto un unico incarico. A breve il verdetto. Per ora Maroni ha concluso la sua missione da assessore alla sanità. E cioè far approvare tutta la prima parte della riforma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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