Scala, tregua fra Comune e ministro

Un faccia a faccia a Palazzo Marino, per parlare del futuro della Scala e del Piccolo dopo tante polemiche. E alla fine per dare garanzie alla città. Il sindaco Giuliano Pisapia, presidente della Fondazione, e il ministro dei Beni culturali Massimo Bray, da cui in larga parte dipendono statuti e autonomia del Piermarini, si sono confrontati per un'ora. Presente anche il vicepresidente della Fondazione La Scala, Bruno Ermolli. Poi un comunicato congiunto, segnale che le strade si sono riavvicinate e che la legge Valore Cultura non è più il nemico numero uno. «È stato ribadito il necessario rispetto dell'autonomia del teatro e dei suoi organi nelle scelte artistiche e progettuali, il ruolo dello Stato, degli enti territoriali e dei privati e la volontà di valorizzare il teatro, eccellenza mondiale» recita il testo. Il ministro ha fornito garanzie sulla presenza dei privati. È stato anche deciso di istituire un tavolo tecnico per approfondire i problemi aperti dalla legge.
«C'è questo impegno. Stiamo ricercando una soluzione» ha risposto Bray ieri sera uscendo dal Franco Parenti a chi gli domandava se le situazioni di Scala e Piccolo saranno risolte con due emendamenti alla legge di Stabilità per escludere la prima dall'applicazione della legge Cultura e il secondo dall'elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. «Ci vuole il coraggio di trovare una norma che dia qualità e che non faccia chiudere i teatri mandando a casa 6mila persone» ha detto. «Mi auguro che i privati intervengano perché hanno a cuore la cultura» ha aggiunto, e facendo riferimento al Piccolo ha spiegato che «il problema è doppio. Bisogna evitare che norme burocratiche facciano male al Piccolo».
Pisapia aveva criticato più volte il ministero, per aver rivisto i regolamenti in modi che penalizzano la Scala e per aver messo sullo stesso piano un teatro simbolo dell'Italia, e con i conti in ordine, con altri enti lirici dai cartelloni incerti e dai bilanci in profondo rosso. In realtà nei giorni scorsi è stato proprio lo Stato a destinare altri 2,5 milioni alla Scala.
Ieri il ministro già da Pisa aveva usato parole rassicuranti per musicisti e dipendenti della Scala: «Il costo del lavoro non è la voce principale sulla quale incidere per risolvere i problemi finanziari delle fondazioni liriche. I piani industriali si possono fare in tanti modi e non sempre necessitano di tagli al personale». E «rispetteremo l'autonomia artistica e organizzativa». Il neo direttore musicale della Scala, Riccardo Chailly, intanto, ha incassato complimenti e auguri anche di Gino Paoli, cantautore e presidente della Siae, la società italiana autori ed editori.
Al centro dei colloqui milanesi anche la casa museo dedicata ad Alda Merini (in via Magolfa) che è stata costretta a chiudere. Bray si è impegnato pubblicamente a difenderla. Il museo raccoglie scritti, oggetti e fotografie e riproduce la casa in cui la Merini abitava, nella zona dei Navigli. Era stato inaugurato il 21 marzo 2011, due anni dopo la sua morte, ed era diventato anche una specie di piccola scuola di poesia.

Ma ha già dovuto chiudere per mancanza di fondi: non era possibile pagare il personale di custodia e così dal 2 settembre i visitatori non possono più entrare. L'edificio è di proprietà comunale e dipende dal Settore Biblioteche.RC

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