Alle 13 in punto due auto della polizia locale arrivano a sirene spiegate in piazza Scala e vengono bloccati gli ingressi di Palazzo Marino. Anche il presidente dell'aula Basilio Rizzo, che sta per varcare il portone in quel momento, si guarda intorno perplesso. In pochi minuti posteggia in piazza una gazzella dei carabinieri e, nei corridoi del Comune, la voce all'altoparlante invita tutti a evacuare. C'è chi pensa alla solita esercitazione. In poco tempo si riempie la piazza, tra impiegati, consiglieri comunali che arrivavano per le Commissioni (ovviamente annullate), anche il sindaco Giuliano Pisapia, che stava parlando in ufficio con il presidente del Tribunale Livia Pomodoro, esce e si allontana in fretta. Il punto interrogativo viene presto chiarito dai vigili che transennano la sede per formare un cordone di sicurezza: «Allarme bomba». Vero o falso? Visti i tempi e la massima attenzione sul rischio terrorismo, non si può sottovalutare nulla. Mentre i consiglieri di schieramenti opposti (dal capogruppo Pd Lamberto Bertolè a quello di Fi Pietro Tatarella ai consiglieri Giungi e Monguzzi) si fanno insieme i selfie e «convocano» una seduta del Consiglio all'aperto, i dipendenti da lungo tempo in servizio ricordano e raccontano ai più giovani gli attentati passati. Un amarcord triste che parte dall'autobomba esplosa sul retro del palazzo il 30 luglio del 1980, quando era stata appena eletta la giunta Tognoli, ai danni provocati nel 1997 dall'esplosione di un ordigno piazzato da Azione Rivoluzionaria sulle finestre di piazza San Fedele la notte tra il 24 e 25 aprile, che provocò danni anche alla sala consiliare. Per fortuna in entrambi i casi non ci furono feriti. Negli anni si sono ripetuti spesso falsi allarmi bomba, risolti di solito con una rapida ispezione. Quella di ieri è durata quasi tre ore: sono intervenuti per la bonifica gli artificieri e l'unità cinofila, con un labrador e un pastore tedesco, solo intorno alle 16 i dipendenti sono potuti rientrare. Le informative delle forze dell'ordine sono state inviate al pm di turno. Sull'origine dell'allarme inizia a circolare una prima versione, meno credibile. Una signora anziana avrebbe chiamato da un telefono pubblico i carabinieri raccontando di aver sentito in tram due persone che parlavano di una bomba in Comune. Più tardi viene smentito dai carabinieri, riferiscono invece di una chiamata anonima intorno alle 12.40. Alle 15.20 le verifiche danno esito negativo e in mezz'ora può tornare tutto alla normalità, la folla dei curiosi si disperde. Il sindaco e l'aula ringraziano le forze dell'ordine «per il tempestivo intervento» .
Sul web impazzano i commenti, divisi tra chi teme il terrorismo (e accusa gli immigrati), chi fa battute sui dipendenti pubblici («per una volta che sono al lavoro, li fanno uscire») e chi scrive che «una bomba dovrebbero metterla a Roma se i politici continuano a rubare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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